San Marino. Enrico Maria Pasquini, ex Ambasciatore, rischia il processo per la Ferrotramviaria

San Marino. Enrico Maria Pasquini, ex Ambasciatore,  rischia il processo per la Ferrotramviaria

SAN MARINO. Il conte Enrico Maria Pasquini, già ambasciatore presso il Sovrano Ordine di Malta e presso il Regno di Spagna,  indagato  per la Ferrotramviaria in Puglia rischia il processo a Bari. Ha avuto guai giudiziari anche a San Marino e ne ha altri a Padova per fatti che tirano in ballo San Marino. Ultimamente il suo nome è comparso anche  in articoli di stampa sul processo Tercas a Roma, suscitando una pronta reazione.  

Da: lagazzettadelmezzogiorno.it: Strage di Andria / Scontro treni, la Procura chiede il processo per 18 / Sotto accusa anche la società Ferrotramviaria. Furono 23 le vittime,51 feriti

Rischi sottovalutati, violazioni di norme sulla sicurezza, registri falsificati. A causare il disastro ferroviario fra Andria e Corato che il 12 luglio 2016 provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri fu un errore umano che, tuttavia, si sarebbe potuto evitare eliminando il sistema del blocco telefonico su quella tratta a binario unico. Ora 18 persone fisiche e la società Ferrotramviaria rischiano un processo per i reati, a vario titolo contestati, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. La Regione Puglia ha già annunciato che si costituirà parte civile. (…) 

Ma le presunte responsabilità vanno ben oltre chi era in stazione o a bordo dei treni. Agli allora dirigenti di Ferrotramviaria, gli amministratori delegati Enrico Maria Pasquini e sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti, il direttore di esercizio Michele Ronchi e altri 6 funzionari, i magistrati contestano di non aver adeguatamente valutato i rischi, violando una serie di norme sulla sicurezza, fra direttive ministeriali ed europee, oltre al contratto di servizio per l’esercizio delle ferrovie stipolato con la Regione Puglia e non avrebbero programmato l’adeguamento tecnologico pur consapevoli che su quella linea a binario unico con il sistema del blocco telefonico, c’era una «insufficiente copertura della rete di telefonia mobile». (…)

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