San Marino. Udienze appello, riciclaggio e violenza tra i casi dibattuti

San Marino. Udienze appello, riciclaggio e violenza tra i casi dibattuti

https://www.libertas.sm/notizie/2018/01/26/san-marino-ammanco-al-filatelico-condannata-ex-dipendente.htmlSAN MARINO Sentenze di appello  in tribunale

Antonio fabbri su L’informazione di San Marino: Quattro udienze di appello nella mattinata di ieri davanti al Giudice delle appellazioni Francesco Caprioli

La mattinata di udienze si è aperta con un caso di violenza sulle donne, lesioni personali, atti persecutori e maltrattamenti ai danni della convivente sammarinese. Il caso, che in primo grado era stato celebrato a porte chiuse, ha visto imputato Alfir Brakaj, di origine albanese, condannato in prima istanza a due anni di prigionia con la pena sospesa. Nel frattempo la donna, parte lesa, è deceduta e ieri il giudice Caprioli ha accolto l’istanza di subentro del figlio come parte civile nel processo. Durante l’udienza l’imputato, nella sua audizione, ha accusato l’avvocato di parte civile, Rossano Fabbri, di avergli fatto firmare, nel 2014, un documento ritenuto dall’imputato a sé sfavorevole. Circostanza rigettata dal legale e che ha visto una accesa discussione tra i due, continuata anche fuori dall’aula.

Il secondo caso riguardava la vicenda che ha visto in primo grado imputata Daniela Mainardi, per la contestazione delle timbrature del cartellino da parte di colleghi per suo conto mentre la donna, secondo l’accusa, non era al lavoro. In primo grado ha visto una condanna a 2 anni e 6 mesi, ma l’accusa è sempre stata contesta dall’imputata e dalla sua difesa, in particolare per quanto riguarda il presunto danno contestato. Danno di tenue entità, ha ribadito al difesa, che non riscontrerebbe l’elemento dell’ingiusto profitto, chiedendo quindi l’assoluzione.

Il caso di certo più eclatante, della mattinata di ieri, anche per le somme già sotto sequestro, è quello di Vincenzo Esposito che in primo grado è stato condannato per riciclaggio a quattro anni e sei mesi di prigionia, un anno e due mesi di interdizione dai pubblici uffici e diritti politici, 1000 euro di multa più le spese di giustizia oltre alla confisca della somma posta sotto sequestro, pari a circa 3,5 milioni. La vicenda, tra l’altro, ha già visto un ricorso in Terza istanza per la richiesta del dissequestro delle somme. Istanza che è stata respinta. Vincenzo Esposito, napoletano, a San Marino aveva conti correnti sui quali sono transitati soldi che sono stati riconosciuti dal giudice di prima istanza come una parte del frutto di una imponente frode carosello. L’accusa ha sostenuto che quei soldi erano il provento dell’attività illecita venuta allo scoperto con l’operazione “Dual Broker” che nel giugno del 2010 aveva portato a dieci ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Napoli, per un imponente giro di fatture false, con la conte contestazione di Iva evasa per circa 80 milioni. Una vicenda che vedeva come principale indagato il commercialista napoletano Luigi Di Fenza, già noto sul Titano. L’imputato, presente al processo e difeso dagli avvocati Lara Conti e Filippo Cocco, ha affermato di non conoscere Di Fenza e ha sostenuto che i soldi erano frutto della sua attività professionale. I suoi legali hanno invece sollevato l’intervenuta prescrizione.

Le udienze di ieri si sono chiuse con la dichiarazione di non luogo a procedere, per estinzione del reato, il caso dell’ammanco di 64mila euro all’Ufficio filatelico, per il quale era imputata una ex dipendente dell’ufficio che è deceduta lo scorso mese di agosto.

In tutti gli altri casi discussi ieri mattina il Giudice delle Appellazioni, Francesco Caprioli si è riservato di decidere entro il termine di 90 giorni previsto per legge.

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