Monorotaia Rimini-San Marino, scettico Giuseppe Morganti

Monorotaia Rimini-San Marino, scettico Giuseppe Morganti

Il tema delle infrastrutture e della viabilità continua ad essere di estrema attualità nel dibattito pubblico della Repubblica di San Marino.

Ad accendere i riflettori sulla tematica è stata nel giorni scorsi Osla, Organizzazione sammarinese degli imprenditori, che ha auspicato tra le altre cose di far arrivare il Trasporto Rapido Costiero (Trc) fino a San Marino Città passando lungo la superstrada una volta eliminati i semafori. Si tratta di un sistema di trasporto elettrico su gomma che collegherà nei prossimi mesi Rimini e Riccione ma che successivamente si allungherà a nord fino a Santarcangelo e a sud fino a Cattolica.

Dopo Gerardo Giovagnoli e Stefano Canti, oggi è il capogruppo di Ssd Giuseppe Maria Morganti ad intervenire in merito su Libertas.

“Osla ha ragione – dichiara senza esitazione – quando dice che occorre affrontare il tema della superstrada Rimini-San Marino il prima possibile. L’obiettivo deve essere quello di percorrerla in 20 minuti mentre oggi è un dramma. Per fare ciò occorre eliminare i semafori e prevedere al loro posto le rotonde”.

Ma, essendo in territorio italiano, la competenza è dell’Anas, l’Ente nazionale italiano per le strade. “Sappiamo che l’Anas sta affrontando il tema ed ha inserito i lavori nel programma dei prossimi anni. Il problema – spiega Morganti – è che occorre che San Marino sia parte attiva di questo percorso e tenga la guardia alta perché con l’apertura del Polo della Moda il traffico veicolare aumenterà notevolmente ed il problema si aggraverà senza quegli interventi strutturali”.

Poi c’è il tema di nuove forme di trasporto pubblico tra Rimini e San Marino. A questo proposito il segretario al Territorio, e compagno di partito di Morganti, ha annunciato da tempo la volontà di costruire una monorotaia sopraelevata. Ma il capogruppo ammette di essere scettico: “La monorotaia è un progetto molto costoso. È vero che si possono anche trovare finanziatori privati che la realizzano ma poi l’investimento deve ritornare in qualche modo. E con importi così elevati in ballo (si parla di più di 300 mln di euro, ndr) dubito che si possa farlo attraverso il costo dei biglietti o la gestione dei parcheggi, così come ventilato.

Credo che anche in questo caso abbia ragione Osla: meglio puntare sulla creazione di un ramo del Trc, che ha tempistiche di realizzazione molto più rapide e costi alla portata di chi poi dovrà gestirla. Sarebbe una sorta di grosso filobus, meglio se con una corsia dedicata all’interno della superstrada”.

Su questo tema dunque il dibattito resta aperto, anche all’interno della stessa maggioranza di governo.

 

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