Guariti dal Covid in coda per donare il plasma
ANDREA OLIVA – In coda per donare il plasma e contribuire allo studio contro il Covid-19. “Devo dire che c’è stata un’ottima risposta da parte di chi può donare il plasma immune”, premette la dottoressa Annalisa Gabriele, direttore del servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale per l’Ausl di Rimini. “La raccolta è iniziata ad inizio dicembre e ad oggi sono una ventina le persone che donano il proprio sangue ogni 14 giorni, sono molto motivati. Si tratta di soggetti che sono guariti da poco tempo dal virus. In realtà le persone che vorrebbero donare il proprio plasma sono molte di più di quanti possiamo seguire in questa fase. Inoltre non tutti possono farlo. Le donne, ad esempio, non possono donare il proprio plasma se non per la ricerca industriale. Chi ha avuto gravidanze, aborti o trasfusioni ha sviluppato anticorpi che comprometterebbero eventuali trasfusioni. Dunque al momento i venti seguiti sono solo uomini”. Lo screening è su base regionale, al fine di valutare la fattibilità di un percorso di produzione di plasma. La terapia sperimentale con il plasma immune derivante da soggetti guariti, ha visto negli ultimi mesi diverse applicazioni tra l’Italia e Paesi stranieri, e studi puntualmente pubblicati sulle riviste scientifiche. Non è la prima volta che si usa una terapia di questo tipo essendoci stati esempi in passato durante le epidemie di Sars nel 2002 e di Ebola nel 2015. Vista la quantità attuale di contagi da Covid-19, ciò che in questo momento non manca sono i donatori. “Ci aspettiamo un aumento vista la situazione epidemiologica”. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
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