“Burger di insetti, il cibo del futuro pronto ad arrivare nei piatti”
Tra gli studiosi dell’Efsa che ha dato l’ok all’utilizzo, c’è anche il docente riminese Mario Mazzocchi
MADDALENA DE FRANCHIS – È finita sulle prime pagine dei giornali di tutta Europa, nei giorni scorsi, la notizia che l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha detto sì agli insetti nel piatto. Il parere positivo sulla sicurezza degli insetti come alimenti è basato su rigorosi studi condotti da biologi e nutrizionisti: eppure, tra gli esperti citati nel comunicato dell’agenzia europea, c’è anche uno studioso riminese di scienze sociali, Mario Mazzocchi. Professore di statistica economica all’Università di Bologna, Mazzocchi annovera, fra i propri interessi di ricerca, le scelte alimentari dei consumatori e gli effetti delle nostre abitudini culinarie.
Mazzocchi, quali potrebbero essere le reazioni dei consumatori davanti a uno snack a base, ad esempio, di tarme o larve? “L’elemento psicologico è importante, perché le scelte alimentari sono dettate soprattutto da abitudine e cultura. La reazione istintiva è di disgusto: si parla infatti di ‘yuck factor’ (letteralmente, ‘fattore schifo’). La comunicazione giocherà un ruolo importante: se parliamo di ‘insetti nel piatto’, questo fattore sarà, ovviamente, preponderante”. (…)
I burger a base di insetti sono più sostenibili di una polpetta di manzo: può essere, quella della sostenibilità, un’arma in più per convincere i consumatori? “Tra le emissioni di gas serra legate all’alimentazione, tre quarti derivano dal consumo di prodotti animali: qualsiasi innovazione capace di ridurre tale quota ha un impatto ambientale positivo. Si prevede, inoltre, una drastica riduzione dei costi di produzione: ciò si tradurrà in sostenibilità economica, a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione. Se le strategie comunicative punteranno su questa leva, la percezione dei consumatori sarà, probabilmente, più positiva”. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
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