Vaccino anti-Covid obbligatorio per i sanitari anche in Romagna

Vaccino anti-Covid obbligatorio per i sanitari anche in Romagna

Ausl: “Grazie all’obbligo ora i sanitari si vaccineranno”

Sono oltre 2.700 tra medici, infermieri e Oss ancora a rischio contagio in Romagna

ALLEGRA ZANNI – Obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 per tutti gli operatori sanitari, pena lo spostamento a mansioni anche inferiore o la sospensione. È quanto emerge dal decreto che entrerà in vigore il 7 di aprile. A quel punto gli ordini professionali e i datori di lavoro avranno cinque giorni per stilare gli elenchi e consegnarli alla Regione, la quale avrà dieci giorni a partire dalla ricezione per verificare lo stato vaccinale e inviare le segnalazioni all’Ausl di competenza. Al datore di lavoro spetterà poi far scattare lo spostamento di mansione o la sospensione, da considerare solo se il cambio di mansione non è possibile e che durerà al massimo fino al 31 dicembre di quest’anno. L’ultimo report settimanale di Ausl Romagna segnala che sono ancora 2.703 i sanitari, tra infermieri, medici, operatori socio-sanitari, farmacisti, biologi e psicologi che non hanno né aderito alla campagna di vaccinazione, né presentano anticorpi dovuti al contatto con il virus. (…)

Numeri, questi, che rendono difficile immaginare una ricollocazione o la sospensione per tutti i non vaccinati. A dirlo è anche il direttore sanitario di Ausl Romagna, Mattia Altini: “La difficoltà sta nel capire se esistono, per i non vaccinati, funzioni utili e non a rischio di contagio. La possibilità esiste ma riguarda solo numeri piccolissimi” con il rischio anche di aprire contenziosi con chi si dovesse vedere sospeso. Una strategia, insomma, che rischia di “non essere redditizia a lungo termine”. Il decreto però è accolto positivamente dal dottor Altini: “Era impensabile non tenere questa linea, con la vaccinazione che mostra una casistica di reinfezione dello ‘zero virgola’ e nessun caso eclatante di reazioni avverse al vaccino a livello mondiale. È anche un’assunzione di responsabilità che noi come azienda accogliamo, subordinandoci alla decisione presa a livello nazionale”. (…)

Articolo tratto da Corriere Romagna

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