Crac Cmv, la Finanza sequestra gli immobili
ALESSANDRA NANNI – La maxi inchiesta sul crac della Cmv è ancora lontana dalla sua conclusione e vede aggiungersi altri indagati. Intanto i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, coordinati dal sostituto procuratore, Paolo Gengarelli, stanno sequestrando in queste ore anche alcuni fabbricati, anche questi riconducibili all’ex patron del colosso del mattone, Sauro Nicolini. Il valore è di un milione di euro che va ad aggiungersi ai tre sigillati nei giorni scorsi sui conti correnti, oltre che di Nicolini, anche di Sauro Bronzetti, all’epoca braccio destro del capo e tesoriere della Società cooperativa muratori di Verucchio, e di Andrea Rossi, genero del primo. Le Fiamme Gialle sono anche in attesa della rogatoria su San Marino, dove hanno chiesto agli inquirenti del Titano di controllare se ci siano conti intestati alle tre persone in questione, le uniche tra gli indagati colpiti dal decreto di sequestro per 7,6 milioni di euro, disposto dal giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini. Ma agli iniziali nove indagati se ne starebbero aggiungendo altri. Sui nomi è ancora top-secret, ma sarebbero tutti in qualche modo legati alla Cmv. Bancarotta, riciclaggio e omesso versamento di imposte. Di questo sono accusati, a vario titolo, quelli che vengono indicati come i protagonisti del più colossale crac finanziario che si sia visto in Romagna, e dal cui fallimento, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, sarebbero stati sottratti milioni e milioni di euro. Fondi neri che sarebbero stati fatti transitare su San Marino, attraverso una fiduciaria, sempre riconducibile a Nicolini e Bronzetti, che depositava le somme su una banca sammarinese, dalla quale partivano poi i bonifici verso un conto corrente della Banca di credito cooperativo Valmarecchia (ora Riviera Banca SpA) e intestato alla fiduciaria stessa. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
——