Le mani della politica sulla giustizia, segnalazione dei giudici al Consiglio d’Europa
Che la situazione della giustizia e dell’equilibrio dei poteri a San Marino sia drammatica non se ne sono accorti solo gli ex membri del Collegio garante, non se ne sono accorti solo i partiti di opposizione, non se ne è accorto solo Iro Belluzzi. Dieci giudici del Tribunale di San Marino hanno inviato una corposa e circostanziata lettera al segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buric, inviata anche ai Capitani Reggenti, ai membri del Congresso di Stato e ai consiglieri, nonché al Presidente del Collegio garante, in cui denunciano “la situazione venutasi a creare a seguito dell’approvazione della legge qualificata n. 1 del 2020 la quale ha modificato la composizione del Consiglio giudiziario con conseguenze che rischiano di minare l’indipendenza della Magistratura e incidere negativamente sull’equilibrio tra i poteri costituzionali”. I 10 togati chiedono al segretario generale, a garanzia dello stato di diritto, di investire anche la Commissione europea per la democrazia attraverso la legge, il Comitato di sorveglianza dell’Assemblea parlamentare, il Consiglio consultivo dei giudici europei e il Greco, Gruppo europeo di Stati contro la corruzione. Un grido di allarme ufficiale e formale levatosi da parte dei magistrati dopo le innumerevoli forzature e prevaricazioni ai danni dell’indipendenza della magistratura sammarinese da parte della maggioranza politica e del governo. L’ultimo atto, il colpo di mano che nella seduta della scorsa settimana del Consiglio giudiziario plenario ha rischiato di concretizzarsi, facendo saltare nomine di giudici già regolarmente effettuate tramite bando di concorso e con conseguenze devastanti sull’autonomia della giustizia e su procedimenti giudiziari in corso. La segnalazione a Strasburgo ripercorre la violazione della separazione dei poteri e la volontà di fare fuori giudici scomodi. (…)
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino
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