San Marino. Giustizia, “quelle pressioni che l’Odg della maggioranza ignora”

San Marino. Giustizia, “quelle pressioni che l’Odg della maggioranza ignora”

“Quelle pressioni sulla giustizia che l’Odg della maggioranza ignora”

Delle relazione della Commissione di inchiesta considerate solo le parti che fanno comodo

Gli stracci volati in casa di Npr, con Denise Bronzetti contro quasi tutti i colleghi di lista per perorare la sua “schiena dritta” – adesso va di moda dire così – nel prendere le distanze dai cosiddetti “ribelli grandoniani” dopo un affare immobiliare con l’ingegnere “senza alcun vantaggio” dice la Commissione, sono la testimonianza evidente che della relazione sono state considerate le parti che fanno più comodo i nemici e “distrattamente” tralasciate le altre che riguardano politici attualmente di primo piano.

Così l’Ordine del giorno della maggioranza seguito alla relazione della Commissione di inchiesta su BancaCIS, già in sé a tratti approssimativa e per molti versi frutto di un compromesso politico, ignora diverse responsabilità che pure emergono, anche se per quanto possibile edulcorate, dalla relazione stessa.

Il fascicolo lasciato prescrivere L’odg della maggioranza ignora, per esempio, le responsabilità dirette sull’archiviazione e prescrizione processuale di procedimenti a carico del Cis. Si legge infatti a pagina 25 della relazione: “A seguito dell’ispezione in Banca Partner, vengono comminate alcune sanzioni da Banca Centrale, sulla base della promessa dell’ing. Grandoni di coprire parte del debito con un reintegro del capitale sociale intaccato dalle perdite. Tale aumento avviene, apparentemente, attraverso il conferimento di quote di un terreno, situato in località Rovereta, di proprietà di Grandoni, la cui stima sembra essere particolarmente ottimistica. Dagli esiti dell’ispezione sono emersi anche alcuni profili di irregolarità, inerenti la gestione della banca che, il 10 novembre 2011, portano ad un esposto da parte di BCSM ed inviato alla magistratura, poi integrato con una relazione preparata dal dott. Pappalardo il 6 marzo 2012 e trasmessa l’ 8 marzo all’inquirente Morsiani dal dott. Antonio Gumina, quale Responsabile del Dipartimento di Vigilanza. È il procedimento penale 938/2011. Tale procedimento viene archiviato il 26 gennaio 2015”.

In queste relazioni della vigilanza di Bcsm viene segnalata una serie di ipotesi di reato che, dopo l’indagine del commissario Simon Luca Morsiani, come finisce? La relazione, anche se di questo non c’è traccia nell’Ordine del giorno della maggioranza, lo dice a pagina 73, dove si legge: “Il 4 febbraio 2014 il Commissario Morsiani richiede e ottiene dal Magistrato Dirigente Pierfelici una dilazione di 30 giorni per il termine dell’istruttoria. Il 26 gennaio 2015 il Pf Cesarini rileva come i termini per il completamento dell’istruttoria siano scaduti il 21 gennaio 2013, e che pertanto è da considerarsi a quella data intervenuta la decorrenza dei termini istruttori. 127 In pari data, il Magistrato Dirigente ordina l’archiviazione del caso per intervenuta decorrenza dei termini. Finisce così la storia della prima ispezione in Banca Partner”.

Emergono, stando a quanto riporta la commissione, due elementi che la maggioranza ignora: il Magistrato Dirigente di allora aveva concesso una proroga dei termini di indagine sualmente prescritta già oltre un anno prima della richiesta di proroga; il secondo è che il Commissario della legge Morsiani si sia visto prescrivere in mano un procedimento, tra gli altri, talmente importante che avrebbe cambiato il corso della storia, stando alle conclusioni della Commissione di inchiesta. Ma su questo la maggioranza sorvola.

Le pressioni sulla Procura fiscale Altro elemento su cui la maggioranza sorvola nel suo Odg, ed edulcorato seppure impossibile da nascondere nella relazione, è la “chiacchierata” di Marco Gatti con il Procuratode del fisco, per indurlo a impugnare la revoca della custodia cautelare di Daniele Guidi, Direttore Generale di BancaCis. “Il 7 marzo si apprende la notizia dagli organi di stampa che la Procura del Fisco Cesarini non ha impugnato la sentenza di Brunelli sulla revoca degli arresti domiciliari a Guidi – si legge nella relazione – La Commissione rileva che l’allora Consigliere Marco Gatti abbia personalmente colloquiato con il Procuratore del Fisco dicendo che: “era assurdo che lo stato non agisse contro quel provvedimento”.

Al di là del “colloquiare” che adombra una volontà di ammorbidire una azione in sé grave, è come se, fatte le debite proporzioni, il capo dell’opposizione italiana andasse direttamente dal Procuratore generale presso la Corte di Cassazione a dirgli che deve impugnare il provvedimento del Tribunale del riesame che ha annullato un provvedimento di custodia cautelare di un dirigente di una banca italiana.

La gravità del comportamento è evidente. Ma anche di questo l’ordine del giorno di maggioranza se ne infischia, facendo passare il principio che i peggiori comportamenti degli amici sono giustificati purché messe in campo nei confronti dei nemici.

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