San Marino. Finanziamento Cargill, sul prestito ponte è tutto segreto

San Marino. Finanziamento Cargill, sul prestito ponte è tutto segreto

Finanziamento Cargill: “Non si poteva fare diversamente”

La maggioranza difende la scelta dell’indebitamento e della segretezza del contratto

Dalla maggioranza si dice che “non si poteva fare diversamente” e si avalla un prestito ponte sul quale è tutto segreto

L’opposizione dice, invece, che diversamente si poteva fare – liquidabilità dei titoli in Bcsm o proposta dei buoni ordinari – ma non si è voluto. L’acqua alla gola del pagamento degli stipendi, fa così assume scelte in emergenza. Così Emanuele Santi di Rete afferma: “Sul tavolo avevamo tutte le opzioni possibili, ma ci siamo dovuti scontrare con la realtà delle cose, l’emissione del bond in questa fase non ha avuto successo, comunque non è che non avevamo nessun altro piano. Avendo più opzioni sul tavolo, si è optato per il piano B, il prestito ponte”.

Francesco Mussoni, Pdcs: “Ci sono stati interventi di opposizione efficaci riferiti a segreto, trasparenza e necessità di condivisione. Tutto vero, ma vorrei dare un concetto: io non lo voglio vedere il contratto, l’Aula non lo deve vedere. Noi qui abbiamo una funzione legislativa, non amministrativa. Pensate se dobbiamo discutere qui clausole di alto tecnicismo di un contratto di prestito tra 60 persone. C’è un governo che ha responsabilità gestionali e amministrative e con delle responsabilità e ne rendono conto del loro operato al Consiglio. E’ questo per noi importante, che ci sia rendicontazione, non condivisione di una trattativa tecnica su questioni che riguardano il governo. Se invece qui qualcuno ha elementi maliziosi, lì metta sul tavolo. Non vanno bene le insinuazioni, dobbiamo ragionare con buonafede, rispetto, se no siamo sempre in commissione di inchiesta o in un tribunale non in Aula consiliare. Sul prestito ponte e sul decreto: credo sia un passaggio necessario, sappiamo c’è necessità di liquidità ed è stata fatta un’operazione corretta da parte del governo, anche nella procedura che ha esposto in Commissione finanze segreta, con una scelta di riservatezza. Debito pubblico e prestito ponte: il governo ha detto che il finanziamento è ‘debito buono’, 100 mln di euro vanno per progetti di sviluppo. Se lavoriamo su economia e sostegno e non ‘ristrutturiamo’, buttiamo i soldi nella spesa corrente e non va bene”. Poi invita a mettersi subito a lavorare per le riforme.

Nelle repliche Marco Gatti, segretario alle Finanze, ai dubbi delle opposizioni risponde piccato: “Noi diciamo che vogliamo incentivare gli investitori esterni e a una struttura di queste dimensioni si dice ciò, perché nasce nel Delaware? Va bene tutto, ma prima di dare fiato alla voce bisognerebbe collegare qualcosa di più, per capire di chi stiamo parlando. Forse il riciclaggio di Stato ci stava quando la vecchia Bcsm decideva di aprire un contro a tale Ali Turki per fagli comprare una banca. Se mettiamo in dubbio soggetti di questa portata, vuole dire davvero che noi dobbiamo rimanere da soli perché non siamo in grado di rapportarci con nessun tipo di investitore”. 

Vladimiro Selva, Libera: “Da anni diciamo che prima di indebitare il Paese ver- so l’esterno bisogna fare riforme e rendere sostenibile quel debito. Con chi? Noi proponevamo in- terlocutori istituzionali, con altri Paesi. Voi andate ad indebitarvi con una società multinazionale, la Cargill. E ricordo che Rete ha creato la banca del seme e oggi si affida a una multinazionale del food”. 

Marco Nicolini (Rete): “Come membro della Commissione Finanze ho preso consapevolezza che non si potesse fare diversamente. Mi ha portato dolori di stomaco, ma un politico deve prendere decisioni, il prestito con Cargill era necessario”. 

Rossano Fabbri, Indipendente: “E’ stucchevole in un momento delicato come questo per il Paese assistere all’ennesimo teatrino e ribaltamento di responsabilità tra vecchie forze di opposzione che si affrontano a parti invertite. Come ieri sera, ribadiamo che il prestito ponte è un punto di non ritorno, una spada di damocle che sarà sulle teste dei cittadini fintanto che non sarà restituito. Ci potevano essere alternative, sicuramente, il tasso di interesse non è favorevole se si considerano le spese collaterali, ma siamo d’accordo che oggi non si poteva fare diversamente. Quello che diversamente poteva essere fatto sono le misure di contenimento della spesa e per il rilancio che in bilancio sono minimali, compresi gli emendamenti di maggioranza e governo”.

Nicola Renzi, Rf “A noi non interessa che la Cargill sia una società americana registrata nello Stato del Delaware. Quelli della Cargill sono ben accetti se vengono ad investire a San Marino, ma se ci danno un prestito vogliamo sapere a quale condizioni, con quali garanzie e perchè sono stati scelti questi investitori, se ce ne erano altri e perché quelli non andavano bene”.

Stefano Giulianelli, Pdcs “In qualità di membro della commissione Finanze intervengo per respingere le affermazioni del consigliere Renzi quando fa riferimento alla delega in bianco per svendere il paese e quando sostiene che in commissione Finanze il contratto non sia stato attenzionato. Non sono affermazioni vere. Non posso approfondire argomenti trattati in seduta segreta, ma non posso riportare le cose come non sono andate. I membri della commissione Finanze hanno avuto modo di visionare bozze di contratti e hanno espresso un loro giudizio sulla documentazione relativa a questi finanziamenti che il nostro Sds Finanze ha portato alla nostra attenzione”.

Alessandro Bevitori, Libera: “Qui non possiamo parlare di riservatezza contrattualistica, ci stiamo nascondendo dietro a un dito. Qui c’è un rapporto tra una società finanziaria e la Repubblica di San Marino, non c’è un’asta, non mettiamo in difficoltà nessuno, chiediamo quali sono le garanzie. I sammarinesi devono sapere se non riusciamo a piazzare i bond come nel 2020, le garanzie sono quelle che dovremo consegnare al prestatore. Abbiamo messo terreni, immobili, società? Se non sono messe queste cose, si costruiscono tutta una serie di castelli… non vorrei questo fosse calvallo di troia per comprarsi certe società, per esempio, la Giochi del Titano? Non solo, chiarite questa cosa e cessiamo ogni polemica e ricostruzione probabilmente fantasiosa.

Luca Beccari, Sds Affari Esteri “Si dice che il Paese ha un miliardo di debito da una parte, e dall’altra parte ci poniamo come tema di sopravivenza del Paese un prestito ponte da 150 mln di euro. Il problema non penso sia il finanziatore, ma che non si riesce ad accettare che si siano individuate soluzioni di mercato, mentre fino ad oggi si viveva nel miraggio che San Marino fosse un paese diverso da tutti e non avesse bisogno di fare debito estero. Se qualcuno vuole comprare casa deve fare un mutuo, gli Stati tutti ricorrono all’indebitamento che deve essere controllato certo, ma non si sovrappone al bond”. 

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