Prego i giornali di tenere conto di quanto segue affinchè, insieme al comunicato di ieri, possa essere chiara e completa (così ci auguriamo) l’informazione riguardo ai dati della PA.
A Tribuna, che nel suo commento di oggi ha travisato, è stata richiesta la pubblicazione di specifica rettifica.
Il Segretario di Stato per gli Affari Interni ha ieri riferito in Consiglio Grande e Generale i dati sulla PA per dare conto dei numeri effettivi ed informare sul sistema di rilevazione dei dati stessi e sul lavoro in corso per avere finalmente il dato amministrativo certo, univoco e facilmente rilevabile all’interno dell’amministrazione.
Oltre a quanto dichiarato nel comunicato di ieri, ed anzi a suo completamento, il Segretario AAII ha precisato e precisa quanto segue:
1) ) perché c’è differenza fra dato amministrativo e dato statistico.
Tecnicamente fra i due tipi di dato la differenza c’è ed è così oggi come sempre. I dati dell’UPECEDS sono statistici e non rappresentano fedelmente la realtà amministrativa della PA anche per poter esigenze di standardizzarli rispetto a quelli del settore privato (anche le categorie di dipendenti occupati, ad esempio, sono tarate sulle qualifiche esistenti nel privato).
Ma i dati della PA sono più variabili di quelli delle aziende private, in quanto nei servizi essenziali sono garantite le sostituzioni anche per brevi periodi (anche una sola giornata nell’ultima settimana del mese) e questo fattore combinato con le modalità di rilevazione statistica (spiegate nel comunicato di ieri), comporta variazioni numeriche significative anche per situazioni che dal punto di vista occupazionale non hanno medesima rilevanza.
2) la Pa sta lavorando per rilevazioni interne più efficienti
Ripetutamente ho fatto presente che, a seguito di controlli effettuati, è emersa la necessità di migliorare il sistema interno di rilevazione ed uniformare le imputazioni da parte di tutti gli enti per far emergere i dati amministrativi reali in modo più efficiente e veritiero. Gli uffici stanno lavorando e confido che presto si possa andare finalmente a regime. Ci siamo chiesti come mai in passato non siano state fatte presenti (e rilevate) le inadeguatezze e le discrepanze, che abbiamo fatto emergere anche pubblicamente.
Nel frattempo sono stati inseriti rapporti di lavoro che prima non erano conteggiati nei numeri relativi ai dipendenti: come i giudici che il dato statistico inserisce (ma solo oggi) nella categoria dei dirigenti. E’ non “i nuovi giudici” come erroneamente interpretato da Tribuna, ma tutti. Questo è solo un esempio per dire che a livello amministrativo stiamo registrando tutte le posizioni e categorie di personale (in passato anche non considerate) sulle quali è corretto fare i necessari distinguo solo se all’interno del quadro d’insieme. Altrimenti non si avranno mai dati certi ed univoci.
3) domanda di professionalità
Non è una novità che i dirigenti chiedano professionalità che mancano nella PA perché negli anni passati il blocco delle assunzioni, combinato agli inserimenti clientelari del contratto privatistico, ha portato ad un depauperamento di professionalità specifiche necessarie ad erogare servizi efficienti e di qualità. E’ anche vero che i dipendenti complessivamente sono comunque troppi e che talvolta la modifica nell’organizzazione interna potrebbe far risparmiare personale.
4) calo nella PA
Nella PA i dipendenti sono calati, e l’aumento è settoriale legato nell’ISS e nell’AASP ai fenomeni di cui ho detto nel comunicato di ieri. E comunque non è vero che aumentano i fattorini accompagnatori sui pulman o altri fattorini