L’Ordine degli Avvocati e Notai unitamente a OSLA intende allertare l’opinione pubblica portando a conoscenza della cittadinanza i seguenti dati.
Ritengono l’OAN e OSLA che i Sindacati non mirino affatto a migliorare
la tassazione dei propri associati in un’ottica di equità, ma continuino a sostenere la
logica perversa che le tasse, al posto dei dipendenti debbano pagarle le altre categorie economiche.
Sino ad oggi la tassazione per la maggioranza dei dipendenti si è attestata intorno all’1% dei redditi.
Infatti i dipendenti con n.2 figli a carico che maturino una retribuzione lorda di circa 25.000,00 euro
pagano oggi 250,00 euro di imposte.
La riforma tributaria consentirà a questa categoria di lavoratori dipendenti di pagare ancora meno.
Come liberi professionisti abbiamo tale consapevolezza e ci rallegriamo con quella
categoria di persone così fortunate.
Non è quindi possibile accettare che i liberi professionisti siano ancora più discriminati e tacciati di evasione.
E’ indiscutibile che dovere primario di ciascuno cittadino sia quello di contribuire ai costi dello Stato così come prevede l’art. 13 della carta dei diritti, e tale dovere è esteso a tutti, anche ai dipendenti.
Inaccettabile è dunque che i Sindacati prelevino dalle retribuzioni di tutti
i dipendenti, dal primo all’ultimo, lo 0,40 giungendo così al paradosso che la stragrande maggioranza dei dipendenti verserà più ai Sindacati che allo Stato.
Se è vero come è vero che l’art. 13 della carta dei diritti vale per tutti i cittadini
e se è vero come è vero che i dipendenti possono versare lo 0,40 al Sindacato, non si comprende perché non debbano versare altrettanto nelle casse dello Stato.
Con la riforma si introduce la minimum tax per i lavoratori autonomi, chiesta e voluta dai Sindacati (sic!!).
Bene i liberi professionisti potranno accettare la minimum tax quando la stessa tassa verrà estesa,
in applicazione ai principi costituzionali che tutti i cittadini sono uguali e debbono contribuire
al sostentamento dello Stato, a tutti i dipendenti che hanno un reddito da 0 a 23/25.000 euro, sul quale non pagano un euro allo Stato ma versano lo 0,40 al Sindacato.
Dal Sindacato sarebbe lecito ed onorevole aspettarsi che rinunciasse allo 0,40 dei dipendenti fino
a 25.000 euro di reddito che trattiene sulle buste paghe affinché venga versato allo Stato.
AL FINE DI SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA ED AFFERMARE PRINCIPI A TUTELA DELLA COLLETTIVITA’ E NON DEI SINGOLI, LA COMMISSIONE NAZIONALE DELLE LIBERE PROFESSIONI INSIEME AD OSLA, ANIS, UNAS ED USC HANNO RICHIESTO UN INCONTRO URGENTE A TUTTI I CAPIGRUPPO CONSIGLIARI, PRIMA DELLA FISSAZIONE DELLA DATA DEL PROSSIMO CGG.
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