Orietta Ceccoli: “I tre nodi emergenti nella sfiducia a Beccari”

Orietta Ceccoli: “I tre nodi emergenti nella sfiducia a Beccari”

I tre nodi emergenti nella sfiducia a Beccari

Dopo l’ascolto del dibattito consiliare di mercoledì 30 dicembre, in merito alla mozione di sfiducia, promossa dall’opposizione, verso il Segretario di Stato agli Affari Esteri, Luca Beccari,  riflettendo sui contenuti e le posizioni diversificate, emerse dal confronto parlamentare, ho rilevato e sentito aleggiare tre importanti nodi della realtà politica, economica e sociale che tutta la comunità sammarinese sta vivendo in questa fase temporale.

Le strutture intermedie della comunità sammarinese, le organizzazioni sindacali, datoriali, le organizzazioni civili, gli stessi cittadini, chiedono di essere ascoltati durante il processo decisionale, prima che l’Esecutivo e il Consiglio Grande e Generale effettuino le loro scelte nella forma di atti legislativi, che poi hanno valore vincolante. Questi soggetti della società civile pongono, in primis, una questione di metodo, inteso nel significato etimologico del termine, cioè di “definire la soluzione migliore per andare avanti”. Di fronte a questa legittima richiesta, quale è il metodo che invece viene praticato? E’ il metodo della “vecchia politica, l’esercizio del potere con l’utilizzo del diritto”, chedomina da più di 40 anni e che si ripete nella prassi seguente: vinte le elezioni, le coalizioni politiche, anche diversificate, agiscono sempre nello stesso modo, sono pochi al loro interno quelli che decidono e attraverso la forma della legalità, rendono vincolanti le loro decisioni. Non c’è poi l’abitudine a fare il monitoraggio del loro processo decisionale, al massimo si cambiano le coalizioni.

Emblematico di questa prassi è il processo annuale di formazione del bilancio e della finanziaria, la partecipazione è prevista allo stadio finale, in Consiglio Grande e Generale, tra la prima e le seconda lettura, e si verifica  che la maggioranza di turno è sempre molto convinta della bontà del proprio elaborato, così che gli spazi per gli emendamenti e i miglioramenti sono limitati. Lo stesso Emilio Della Balda, nel suo Post del 20 dicembre 2020, nel trattare il tema della legge di bilancio, conclude che in presenza di metodo democratico, trasparenza e volontà di cambiamento i lavori consiliari si potrebbero concludere nell’arco di 2 giorni.

Di fronte a questa incapacità e non volontà di ascolto su tematiche di salvaguardia del bene comune da parte dei governi e delle elite dominanti, la teoria politica sta elaborando modalità di partecipazione dei cittadini attraverso forum deliberativi, sondaggi e consultazioni popolari, in modo da superare il disastroso e vecchio metodo di fare politica.

  1. Il criterio del coordinamento e della leadership

Il secondo nodo riguarda l’operatività dell’Esecutivo, che attraverso l’immagine metaforica vediamo come “10 orticelli”, diretti secondo il criterio della collegialità, con una visione programmatica settoriale, parziale e senza innovazione. ma che manca dell’azione di coordinamento, di programmazione e di visione strategica.L’orticello sanità persegue la costruzione del nuovo ospedale. L’orticello finanze persegue il debito estero da 500 milioni, ridotto a 300 per concludere il prestito ponte annuale di 150 milioni. L’orticello industria produce il progetto di sviluppo, Sblocca San Marino” e così via. Le domande che un certo numero di cittadini si pongono sono le seguenti: l’azione e la strategia che il Congresso di Stato persegue, sono adatte a fronteggiare la grave crisi che attanaglia San Marino? Il Consiglio Grande e Generale è nelle condizioni di svolgere il ruolo di centralità e di indirizzo? Le aspettative di buona politica avrebbero bisogno di risposte serie, ponderate, di tutela degli interessi nazionali. Di queste criticità se ne vuol parlare oppure tutto è messo sotto silenzio, secondo la logica delle 3 scimmiette: non vedo, non sento, non parlo!!

Il terzo nodo riguarda la politica estera e i suoi contenuti. Nella millenaria storia di San Marino, la politica estera ha sempre svolto un  ruolo strategico per la tutela dell’integrità statuale e territoriale della Repubblica. Minacce e controversie si sono succedute nel tempo con il Papato, il Regno d’Italia e la stessa Repubblica Italiana. La storia recente ha segnato un momento di grave rottura nelle amichevoli relazioni tra San Marino e l’Italia: la mancata firma dell’accordo Italo-Sammarinese in materia di cooperazione economica nel novembre del 2005.

All’interno della relazione della Commissione d’Inchiesta CIS possiamo leggere i retroscena di questa mancata firma, i nomi dei decidenti, politici e dei poteri forti del momento, la storia vissuta da quella data in poi, caratterizzata da cattive relazioni e da mancati sostegni in momenti di difficoltà. Interessante è l’elenco delle materie trattate nei 14 articoli del mancato accordo di cooperazione: si parlava di cooperazione in materia finanziaria, di beni immateriali, di trasporti su strada, aeronautica, marittima, ricerca e università, settore turistico, sanitario, professioni, riconoscimento di atti, innovazione e tecnologie e fiscalità.

Nel frattempo l’Italia è sempre più coinvolta nel processo di integrazione europeo ed ha trasmesso la sua sovranità monetaria alla BCE. Di conseguenza lo scenario europeo è divenuto, in parallelo, l’interlocutore necessario. Non entro nella complessa problematica delle relazioni con la Comunità Europea (UE), sottolineando solo il particolare che grandi potenze, quali gli Stati Uniti (USA), Cina e Russia dominano lo scenario geopolitico del XXI secolo. Quindi la politica estera di un piccolo Stato, è attualmente un problema serio, ma anche molto complesso. All’interno di questo problema complesso rientra anche la questione della sovranità monetaria, cioè la capacità di creare moneta, che alcuni Stati hanno (USA, Giappone, Regno Unito, Australia, Canada e molti altri). Il possesso da parte di questi Stati della sovranità monetaria li pone in una posizione di vantaggio sul tema del debito pubblico, interno ed estero. Pesanti invece sono le ripercussioni per quegli Stati senza sovranità monetaria, all’interno del ciclo del debito a breve e lungo termine, i cui effetti sono aggravati dalla grave e inaspettata pandemia COVID-19.

Ruolo del partito di maggioranza relativa

Nel predicente articolo, Entropia a San Marino, ho evidenziato che con le elezioni del 2016 e quelle successive del 2019 il popolo sammarinese ha dato precise indicazioni alle forze politiche e alla classe dirigente. Sono queste che non hanno dato le giuste risposte alle aspettative della comunità. Ora ci risiamo. Penso che sia compito del Segretario Venturini e del Presidente Valentini, e  non solo, monitorare la situazione e trovare democraticamente le soluzioni e i contenuti politici adeguati alla complessità e alla gravità della situazione attuale. Averli interpellati direttamente ha il significato di atto di fiducia, nella speranza di attenzione ed ascolto.

                                                                                                          ORIETTA CECCOLI

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