SOCIALISTI. PSRS-NPS, VARO DEL SIMBOLO DEL PARTITO SOCIALISTA
CASALI (NPS) : “CONTRO FRAMMENTAZIONE E ANTIPOLITICA”;
CELLI (PSRS): “E’ UNICA VERA NOVITA’. SAREMO PRONTI A FARE RIFORME”
E’ il protagonista atteso e giustamente l’ultimo a palesarsi ad una numerosa e impaziente platea. Il simbolo del rinato Partito Socialista sul Titano si rivela alla fine della serata che nella sala Montelupo del Castello di Domagnano celebra l’unificazione tra Partito Socialista Riformista Sammarinese e Nuovo Partito Socialista. Così sul maxischermo, dopo che a turno hanno preso la parola i giovani per illustrare i documenti e i “veterani”, segretari e presidenti, per raccontare cosa cambierà sulla Rupe, i rispettivi simboli si sciolgono e si fondono: su sfondo circolare azzurro e bianco compaiono le tre caratteristiche “Penne” del monte Titano, dall’alto a scendere verso destra la scritta Partito Socialista, alla base del cerchio Pss. E sulla sinistra il garofano rosso, che in sala tutti portano al taschino o tengono in una mano.
Il primo a prendere la parola è Augusto Casali, segretario del Nuovo Partito Socialista, principale fautore della rinascita del grande garofano rosso. “Questa sera- esordisce- segna un punto di non ritorno”. Ai detrattori del progetto, Casali replica che “il percorso intrapreso non è la semplice sommatoria dei vertici di due partiti, ma l’esito di tre anni di lavoro”. Infatti si è iniziato a parlare di rinascita socialista nel 2009, quando sono state coinvolte tutte le forze che si riconoscono nella stessa storia e negli stessi valori politici. Ma “in talune -chiarisce Casali, riferendosi al Psd- abbiamo percepito una presenza socialista troppo tenue e troppo poco coraggioso per proseguire il percorso comune”. Diverso il caso di Arengo e libertà, con cui, assicura, il discorso è ancora aperto. Ma la rinascita del Partito Socialista a San Marino “è stata possibile- prosegue il segretario- per la convinzione e la determinazione di due forze storicamente e indiscutibilmente socialiste, Nps e Psrs”. Al bando chi la chiama “operazione nostalgia”, il Partito socialista, puntualizza, è un grande progetto di cui San Marino ha estremamente bisogno per superare le conseguenze dovute alla frammentazione del quadro politico, una delle cause più importanti dello scollamento dei cittadini dalle istituzioni. “La frammentazione- scandisce Casali- ha prodotto personalismi eccessivi e lo si è visto chiaramente nell’ultimo Consiglio Grande e Generale, dove si è preso la parola per mettere in difficoltà la propria coalizione e i propri partiti. Quindi la bacchettata: “Mi pare che a San Marino la maggioranza non faccia più la maggioranza e l’opposizione non faccia più l’opposizione”, con la conseguenza che “il disorientamento alimenta l’antipolitica o meglio l’occupazione di spazi lasciati vuoti dalla politica”. Diversamente, “la rinascita del Partito socialista senza aggettivi- conclude il segretario di Nps- significa che è possibile un’aggregazione in grado di garantire semplificazione e stabilità del quadro politico”.
“Siamo qui grazie alla tenacia con cui il Nuovo Partito Socialista ha lanciato l’idea di creare una forza unitaria del socialismo sammarinese”. Dal palco della sala del Castello di Domagnano, e circondato simbolicamente dal simbolo dell’essere socialista, il garofano rosso, Simone Celli, segretario del Psrs, celebra la riunificazione togliendosi da subito qualche sassolino, per poi lanciare la sfida: “Vogliamo costruire un Partito socialista che sia punto di riferimento per una larga fetta del Paese, il partito dei cittadini, che sa ascoltare e fa da tramite tra il Paese reale e le istituzioni”.
“In molti hanno tifato e tifano contro il nostro progetto”, esordisce, prima di essere interrotto per la prima volta dagli applausi della sala, che hanno poi scandito tutto il suo discorso. “Ci temono -sottolinea- perché siamo l’unica vera novità del panorama politico sammarinese”, pronta ad affrontare da “protagonista” le “terrificanti difficoltà che vive la Repubblica”, mentre “alcuni politici paiono vivere sulla Luna. Oltre al rigore e alla crescita serve giustizia sociale. Socialismo e uguaglianza vanno di pari passo”. Poste le basi, Celli passa all’analisi del momento e boccia l’azione di governo e maggioranza, tra fallimento della normalizzazione dei rapporti bilaterali con l’Italia e mancanza di un progetto economico, tra sistema bancario indebolito ed emergenza lavoro, senza dimenticare lo stato di precarietà dei conti pubblici. “La politica- manda a dire- deve analizzare seriamente cosa accade nel Paese, sono necessari interventi precisi. Ecco perché servono i socialisti: le riforme sono nel nostro dna”.
Nessuna preoccupazione, invece, per il movimentismo che agita la Repubblica. “Quando la politica sbaglia, lascia spazi enormi”. La questione morale è esplosa anche sul Titano, ma i movimenti “non sono antipolitica, sono il frutto della richiesta di una politica migliore. Ora siamo scadenti, dobbiamo migliorare l’offerta in termini qualitativi”. E “il Partito Socialista- rimarca- è la risposta a questi vuoti”. Per dare una prospettiva al Paese, prosegue Celli, serve “un’alleanza tra le forze migliori, ma questo non significa che andremo in giro con il piattino in mano alla disperata ricerca di interlocutori. Il Partito Socialista non sarà subordinato ad alcuna forza politica. Vogliamo invece creare le condizioni per una collaborazione organica tra le forze moderate e quelle riformiste”. Capace anche di realizzare il rinnovamento necessario, che “non si fa con la carta d’identità, ma con la passione e l’onestà. Non ci interessano gli yes men, ma persone che ragionano con la propria testa, perché il rinnovamento significa merito. Il necessario cambiamento dovrà riguardare innanzitutto il metodo di gestione della cosa pubblica. Trasparenza e legalità non sono valori trattabili. I socialisti dicono senza tentennamenti basta all’intreccio politica – affari”.
Quello che attende il Partito Socialista è un compito difficile ma che entusiasma, conclude Celli: “Vogliamo governare il Paese perché abbiamo le idee, le donne e gli uomini per farlo”.
E’ il turno dei presidenti dei due partiti che, sul palco, parlano fianco a fianco. Antonio Volpinari, Nps, ricorda alla platea che i due partiti occupano ruoli diversi, uno è al governo, l’altro all’opposizione. Ma la scelta di Nps e del suo segretario “è stata quella di guardare in prospettiva”.
Volpinari ripercorre le tappe dei tentativi precedenti: “E’ la terza volta che mi appresto all’evento unificatorio- spiega- nel ’90-’91 i socialisti sono tornati al governo, nel 2005 abbiamo vissuto l’illusione di unire tutta la sinistra”. Oggi, chiarisce, “è una cosa diversa, non è l’unificazione ma la rinascita del Partito socialista”. Un evento che assume un grande significato perché in grado di “rilanciare la credibilità politica, soprattutto verso i giovani”. E proprio a chi, tra loro, sarà chiamato a guidare il nuovo partito, Volpinari lascia un consiglio “affinché non ci siano più divisioni”: quello di puntare in alto, “si deve realizzare una grande forza politica- conclude- e soprattutto fare in modo che sia autorevole”.
“Guardiamo al futuro con gli occhi del cambiamento”. Ancora una volta Paride Andreoli, presidente del Partito Socialista Riformista Sammarinese, è protagonista della vita politica segnata dal garofano rosso. E’ l’ultimo dei “big”, a prendere la parola dal palco della sala Montelupo del Castello di Domagnano per salutare il nuovo progetto che vede fondersi Psrs e Nps, “due partiti che condividono valori e ideali”.
Il percorso iniziato nel 2009, spiega “alle compagne e ai compagni” che riempiono la sala, si conclude oggi ed è “un forte messaggio quello che lanciamo: diamo speranza e certezze ai cittadini”. Perché il Partito Socialista “sarà punto di riferimento e si prenderà tutte le responsabilità”, per essere “fautori del nostro destino e di quello del Paese, protagonisti dello scacchiere politico”. Andreoli sottolinea poi come alla riunificazione facciano da contraltare divisioni che aumentano nel Paese. Servono invece, manda a dire alle altre forze politiche, “unità e coesione”. Il partito, conclude, dovrà indicare una “nuova strada per il Paese. Il futuro dipende da noi”. Ma una certezza c’è già “sono nato socialista e tale resterò”.
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