Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino. Crolla una parete, muore schiacciato

Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino. Crolla una parete, muore schiacciato

Corriere Romagna San Marino

Tragedia
sul lavoro a San Marino

Crolla una parete, muore
schiacciato

La vittima stava spostando un muro all’interno di una
casa dopo averlo tagliato. Perde la vita un imprenditore edile di 70 anni,
feriti lievemente altri due giovani operai stranieri

Patrizia Cupo

Giorgio
Pasolini a
San Marino
era noto per
la Nie, la
Nuova
impresa
edile, una
delle più
grandi ditte
edili del
monte
Titano

 Giorgio Pasolini era molto
noto: aveva costruito
l’Admiral point di Dogana

 Lascia una moglie e
quattro figli
aperta una inchiesta

SAN MARINO. Doveva tagliare una
parete e spostarla. Lavoro arduo, da
muratore esperto. Ma qualcosa è andato
male, e il muro gli è scivolato addosso:
non ce l’ha fatta il 70enne sammarinese
Giorgio Pasolini conosciuto
in Repubblica come “Paito”; è morto
facendo ciò che meglio conosceva,
schiacciato da quei mattoni che manipolava
da quando era un ragazzino.
Nel 2005, aveva già perso un nipote
15enne in un incidente stradale.

Paito, una moglie e
quattro figli, a San Marino
era noto per la Nie, la
Nuova impresa edile, una
delle più grandi ditte edili
del monte Titano, ora ereditata
da suo figlio e dai
figli dei soci, ma della
quale il “ve cch io ” P ai to
ancora seguiva attentamente
i lavori. Perché lui
era un muratore. Di quelli
che, dal nulla, era riuscito
a costruirsi un piccolo impero:
portava la sua firma,
ad esempio, l’Ad m iral
point di Dogana.
Ieri mattina, Pasolini
stava proprio lavorando:
con l’aiuto di due operai
marocchini (dipendenti
di un’altra ditta edile
sammarinese) aveva in
mente di spostare la parete
interna di una casa, di
sua proprietà ed ereditata
dal padre, in via Campo di
Tari a Serravalle, a pochi
passi dalla sua abitazione.
Paito e i due giovani
stranieri (un 33enne e,
l’altro, di 39 anni) dovevano
terminare il taglio del
muro grande quattro metri
per tre, prima di spostarlo.
Per farlo, i due operai
avrebbero dovuto
tenere in piano la parete
mentre Pasolini, con un
ferro, avrebbe dovuto far
leva per muoverla. Qualcosa,
nella manovra, non
è andato bene. Forse la pesantezza
del muro, forse
la leva sfuggita di mano:
fatto sta che la parete è
crollata investendo Paito
che ci stava
proprio sotto,
e ferendo
in maniera
lieve gli altri
due.
Ad accorg
e r s i d e l
grave incidente e a dare
l’allarme, una vicina di
casa che ha sentito il boato
e, affacciatasi alla finestra,
ha scorto uno dei due
giovani operai chiedere
aiuto, spaventato, sul terrazzo
di casa di Paito. Immediato
il soccorso degli
agenti della polizia civile
e dei sanitari del 118 che
hanno cercato
di rian
i m a r e i l
70enne sul
posto, prima
di tentare
l’i nutile
corsa in ospedale.
Ma nulla: i medici
ne hanno dichiarato la
morte una volta giunto al
Pronto soccorso, ma probabilmente
Pasolini era
già deceduto sotto le macerie.
Dimessi, invece, gli
altri due operai che se la
caveranno con pochi giorni
di riposo.
La famiglia Pasolini era
già stata colpita da un terribile
lutto, sette anni fa:
nel 2005 era morto, in un
tragico incidente stradale,
il nipote appena 15enne
caduto in sella alla sua
moto. La famiglia donò gli
organi ma il nonno Paito
faticò a riprendersi dal
grave lutto: ad aiutarlo
proprio il lavoro e l’attaccamento
all’azienda di famiglia.
«Era un gran lavoratore,
un uomo onesto.
Che aveva sempre lavorato
e badato alla famiglia
alla quale era molto legato.
Legatissimo», commenta
il volto storico del
Pdcs Clelio
Galassi, amico
da decenni
della
famiglia Pasolini.
Gal
a s s i s t a
r ie n tr a nd o
in queste ore dall’Uzbekistan,
dov’era in gita proprio
col fratello di Paito,
Sergio Pasolini. «Gli abbiamo
detto che Giorgio
ha avuto un incidente e
che è grave, vorremmo
partire prima di dargli la
triste notizia», ammetteva
ieri sera Galassi.
Ora, sull’incidente, è
stata aperta
un’i nchiesta:
sul posto,
assieme
agli agenti,
è intervenut
o i l c o mm
i s s a r i o
della legge Manlio Marsili.
Non si esclude l’autopsia.
Intanto, la salma è stata
ricomposta all’obitorio
d el l’ospedale di Stato, a
Cailungo.

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