Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino: Marco Gatti: «Alla Dc neanche un soldo Non so nulla dei dollari»

Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino: Marco Gatti: «Alla Dc neanche un soldo Non so nulla dei dollari»

Corriere Romagna San Marino:

Conto
Mazzini

Marco Gatti: «Alla Dc neanche un soldo Non
so nulla dei dollar

Patrizia Cupo

 SAN MARINO. «Sol di,
alla Dc, non sono entrati.
Con la Bcs, il mio partito
non ha mai avuto rapporti.
E dei soldi cambiati in
dollari non so nulla: ma
se prima il sistema era diverso,
chi ha commesso
reati si assuma la propria
responsabilità». Il conto
Mazzini irrompe nella
riunione della direzione
del Pdcs, lunedì sera:
Marco Gatti, segretario
della Balena bianca, ha
risposto alle domande
sull’ex tesoriere indagato
Ernesto Benedettini. Ma
se da una parte ci tiene a
tenere lontana la “s ua ”
Dc dal “caso Mazzini”,
da ll ’altra vuole essere iper-
garantista con gli otto
politici indagati, anche
se “avversari” «Sono innocenti
fino a prova contraria
». Anche il Psd ha
chiesto conto al “su o ”
Fiorenzo Stolfi: «Ci ha
detto che le firme ai prelievi
non sono sue – rivela
il segretario politico Marina
Lazzarini -: io vorrei
solo che la politica prendesse
un nuovo corso».
Intanto Lucio Amati, unico
imprenditore che figura
nella lista degli 11 indagati,
“es plo de ”: «Io
vengo indagato perché ho
pagato una banca in bianco,
tutti gli altri che hanno
comprato in nero non
lo sono. E il tribunale cosa
fa?», si sfoga a Rtv.
E’ un silenzio surreale
quello che avvolge le sedi
dei maggiori partiti di
maggioranza, l’indomani
dell’iscrizione nel registro
degli indagati, da
parte del tribunale del Titano,
di 11 persone, tra
cui otto politici, l’ex presidente
del Credito sammarinese
Amati e i due ex
funzionari della Banca
commerciale dove era depositato
il libretto intestato
a Giuseppe Mazzini
e dal quale sono transitati
5 milioni e mezzo di euro,
parte dei quali prelevati
direttamente dai politici.
Loro (tra cui il leader
del Psd Stolfi, ma anche
i due parlamentari Upr
Giovanni Lonfernini e
Gian Marco Marcucci) e
Amati sono indagati per
corruzione, mentre i due
ex funzionari lo sono per
riciclaggio. «Il momento
è travagliato – am me tt e
la Lazzarini -. Speriamo
che la magistratura faccia
in fretta. Stolfi ci ha
negato il suo coinvolgimento
e dice che le firme
apposte ai prelievi non
sono le sue. Io vorrei solo
che la politica avesse un
corso nuovo», chiosa sospirando.
E’ più garantista
il numero uno di via
delle Scalette: in qualche
modo, anche la Balena
bianca rientra nella vicenda
del conto Mazzini.
Tra gli indagati vi è infatti
il suo ex tesoriere Benedettini
e gli esponenti
d e l l’Upr coinvolti erano
all’epoca tutti democristiani.
«Ieri sera – lunedì,
ndr – ho riferito alla direzione
del partito. Ho
precisato che Benedettini
fu segretario amministrativo
nel 2003 e che, da
me interrogato, dice di
non ricordare nulla di
particolare a riguardo.
Ma la Dc non ebbe alcun
rapporto con la Bcs e se
qualcuno ha preso i soldi,
quei soldi alla Dc non sono
mai arrivati». Gatti si
appella al percorso di trasparenza,
ma ammette:
«Se prima c’erano sistemi
diversi, e si facevano
cose diverse, chi le ha fatte
sarà chiamato alla propria
responsabilità». Ma
che non si chieda di fare
agli indagati un passo indietro,
anche se siedono
tra i banchi dell’o p p o s izione:
questo, Gatti non
lo ammette. «Io non chiedo
di dimettersi a nessuno.
Loro dovranno prima
di tutto difendersi, aspettiamo
di vedere se ci sarà
un rinvio a giudizio: uno
è innocente fino a prova
contraria».

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