Patto Roma-Berna: parte il pressing.Il Pd lancia il concordato. IlSole24Ore

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La proposta. Il Pd lancia il concordato Patto Roma-Berna: parte il pressing
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L’OBIETTIVO DI LONDRA In base all’accordo la Gran Bretagna punta a recuperare nei prossimi anni cinque miliardi di sterline
L’Italia arrivi a un concordato con la Svizzera, sulla scia di quanto hanno fatto Germania e Regno Unito, per assoggettare a imposta anonima e liberatoria, i patrimoni e i rendimenti dei cittadini italiani depositati oltre confine. E’ la richiesta che si fa strada anche nel nostro Paese, attraverso il Pd.

Per il coordinatore delle commissioni economiche del gruppo Pd alla Camera, Francesco Boccia, «l’Italia deve sfruttare l’occasione degli incontri bilaterali con la Svizzera, che riprenderanno a settembre dopo una lunga pausa, per arrivare a un accordo sulla linea di quanto hanno già fatto Germania e Regno Unito. Quanto concordato fra i due grandi Paesi europei e la Confederazione elvetica- ha aggiunto Boccia – contiene aspetti interessanti che possono far superare uno stallo che dura da troppo tempo. Prevedere una regolarizzazione per quanto riguarda il passato e nuove regole per il futuro basate sul pagamento di una cifra che può variare a seconda che si tratti di redditi da capitale, di dividendi o di interessi, stabilendo una percentuale non dissimile da quanto si pagherebbe nel Paese dove si risiede in cambio del segreto può rappresentare un passo avanti». Secondo Boccia, rinunciare alla richiesta di doppia imposizione, su cui la Svizzera insisteva fino a poco tempo fa, può aiutare a trovare un punto di incontro con la richiesta di totale superamento del segreto bancario che rappresenta attualmente la linea del nostro Paese. Sulla stessa linea il responsabile economia del Pd, Stefano Fassina: «Berlusconi, Bossi e Tremonti, invece di arrampicarsi sugli specchi per proteggere i grandi evasori che hanno condonato 105 miliardi di euro nel 2009 – ha dichiarato – seguano l’esempio dei governi conservatori di Germania e Regno Unito».

La Gran Bretagna, intanto, fa sapere che conta di riportare a casa nei prossimi anni, in seguito all’accordo con le autorità elvetiche, cinque miliardi di sterline. La «Hm Revenue and Custom», l’agenzia delle Entrate del Regno Unito, calcola che tra le Alpi si nascondano u5 miliardi di sterline non dichiarati.

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