Per il Psd l’ipotesi di altra maggioranza non è tabù

Per il Psd l’ipotesi di altra maggioranza non è tabù

Non è tabù per il Partito dei Socialisti e dei Democratici l’ipotesi della possibilità di esplorare anche nuove maggioranze governative, viste le difficoltà dell’attuale, pur di portare avanti un programma di riforme.

L’attuale maggioranza formata con Alleanza Popolare, Sinistra Unita e Democratici di Centro, sta mostrando segni evidenti di cedimento di fronte a problemi reali come

lo scandalo Asset Banca. In precedenza già un governo simile era caduto nell’ottobre 2007 ufficialmente per una votazione sul giusto o equo processo (legge fortemente voluta da Su), ma, forse, di fatto per

i giochi
(e, precisamente, per l’annuncio di Casinos Austria che aveva raggiunto col governo

un accordo per installarsi sul Titano).
Adesso il Psd, dopo gli attacchi ricevuti dagli alleati di maggioranza (Ap, Su e Ddc), ha deciso di mettersi al centro della scena politica e di far valere la sua forza numerica.
Scrive Emilio Della Balda, leader storico del Psd: i Socialisti e Democratici ‘sono convinti dell’utilità di promuovere una forte dialettica democratica anche nel Consiglio G. e G.. Il Psd valuterà i suoi interlocutori in base al senso dello Stato che esprimono, ai livelli di responsabilità che manifestano, agli obiettivi di interesse generale che intendono perseguire.
Mentre Ap, Su e Ddc continuano a dire che se non si ricompone l’attuale maggioranza, si deve andare necessariamente alle elezioni con una coalizione Psd-Ap-Su-Ddc, Della Balda afferma categoricamente che quella delle elezioni anticipate è una ‘polpetta avvelenata ‘ che il Psd assolutamente non intende e ‘non vuole mangiare‘.

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