La Tribuna Sammarinese
L’avv. Luigi Lonfernini mette a nudo il ‘male’ che ha generato la situazione
economica attuale
Politici coinvolti negli affari con imprese che
hanno generato le distorsioni più gravi
Con quali risorse sarà
possibile pagare i default delle banche o gli stipendi di una Pubblica
amministrazione con livelli sproporzionati non tanto nel numero degli occupati,
ma dell’ammontare degli stipendi?
Con la situazione di estremo e grave disagio in cui si è venuto a trovare il Paese che, oltre ad essere di natura materiale, è soprattutto morale, lo Stato pensa di porsi, quale garante, in situazioni di crisi in cui potranno trovarsi gli Istituti di Credito. Mi chiedo: qualcuno ha letto il bilancio dello Stato tra le righe? Qualcuno si è reso conto delle risorse che ha di fronte il Paese? Mi chiedo: tutti coloro che oggi dentro o fuori del Consiglio Grande e Generale si ergono a tutela dello stato Sociale, della moralità, dell’occupazione, dov’erano quando si concedevano licenze di ogni tipo a “pugnaccio” e che hanno provocato il disastro sia nei rapporti economici che politici con l’Italia? C’è chi sostiene, ragionevolmente, che ogni licenza aveva un suo costo: da poche decine di migliaia di euro o di lire, a seconda dei momenti storici, a svariati milioni a seconda del tipo di impresa che si voleva mettere in atto. Dov’erano le Associazioni di categoria, sia di lavoratori sia di imprenditori, quando le assunzioni sotto la pubblica amministrazione e la relativa spesa lievitava in maniera impressionante? Dov’erano quando si lasciava lievitare il frontalierato senza considerare che la “bolla” imprenditoriale prima o poi sarebbe esplosa ed un Paese come il nostro, con i suoi limiti naturali, non avrebbe potuto poi sostenere? Dov’erano gli amministratori pubblici quando aziende sanissime ottenevano sconti fiscali da favola semplicemente mettendo insieme aziende da rottamare con imprese sane? Dov’erano gli Amministratori pubblici o privati quando si concedevano licenze ad operare ad Istituti Bancari e finanziari dei quali non si conosceva nemmeno il carattere imprenditoriale dei soci e poi dov’erano quando nominavano i controllori ed il tipo di controlli che venivano effettuati? Quali cointeressenze esistevano tra politici ed affari che si innescavano in certe imprese? Se io c’ero o dormivo o mi faceva comodo assistere ad uno sviluppo del Paese in maniera non solo impressionante ma fuori da ogni regola. La qualità della vita: erano i predicatori che ad ogni piè sospinto imbonivano la gente mantenendola in uno stato di assuefazione esasperando il motto “panem et circensem”. Qualcuno si chiede: era possibile sviluppare l’economia del Paese senza trascinarlo nella “M….” in cui si è trovato? Certo che era possibile ma ad una condizione: che coloro che direttamente hanno avuto le responsabilità di guidare politicamente la vita economica e sociale del Paese avessero assunto quale metro di comportamento il buon senso e non si fossero lasciati trascinare in una commistione di affari e politica. Signor Segretario alle finanze: con quali risorse pensa di mantenere in piedi una Pubblica Amministrazione che ha raggiunto livelli sproporzionati non tanto e non solo per il numero dei dipendenti, anche per il fatto che lo Stato era e rimarrà, giustamente, il maggiore datore di lavoro, ma in quanto le retribuzioni portano ad un monte di spesa che non possono permettersi nemmeno le regioni a noi limitrofe. Come è possibile garantire il default di aziende che, quando si presenta, si portano con sé decine di milioni di deficit? Sono convinto che i miei interrogativi non avranno alcuna considerazione e si continuerà a sviluppare un discorso, attorno alle tavole rotonde, vuoto e pieno di frasi ad effetto: si smetta di promettere cose che la nostra realtà non potrà ragionevolmente mantenere né oggi né in seguito, perché illudere i giovani con la piena occupazione? Da più parti si insiste che è necessario cambiare politica rimettendo le cose al loro giusto posto, ma per far questo e per rendere credibile la svolta, i soliti noti della politica dovrebbero rientrare nell’ombra; comprendo che chi della politica ha vissuto per anni e ne ha fatto un “modus vivendi” diventa estremamente complicato.