Presentazione del Congresso del Pdcs

Presentazione del Congresso del Pdcs

A fine mese il partito capofila della
maggioranza, la Democrazia cristiana, si mettera’ allo specchio.

Il motto “Solo un’identita’ forte costruisce futuro”, che e’ il
titolo del XVIII congresso generale, in programma dal 26 al 28
novembre al Palace hotel, se lo dovra’ ripetere fino allo
sfinimento. Perche’, a lavori conclusi, il Pdcs dovra’ riprendere
le redini di una coalizione alle prese con sette franchi tiratori
e di un governo che porta sulle spalle il peso di scelte
impopolari per salvare il salvabile delle casse pubbliche.

Lo sa bene Pasquale Valentini, segretario scudocrociato ma
anche responsabile delle Finanze. “La Democrazia cristiana in
questo momento- spiega oggi nel corso della presentazione del
congresso alla stampa- rappresenta un punto di riferimento del
sistema politico e istituzionale del Paese”. E suo dovere, di
fronte alle difficolta’ che San Marino e la sua economia stanno
attraversando, e’ di “capire la crisi”. Per farlo pero’ “e’
necessario prima interrogarsi su quello che si e’, sul proprio
ruolo”. Un passaggio obbligato per il Pdcs, i suoi 2.500
iscritti, i 350 delegati e oltre sessant’anni di storia.

Obiettivo del grande giorno per il primo partito del Paese
sara’, spiega Valentini, quello di “consolidare il percorso
indicato nella mozione dell’ultimo congresso”, di cui lui stesso,
in tre anni e mezzo, si e’ fatto carico con successo. Ovvero:
riuscire a recuperare la centralita’ del partito, ripercorrendo
“la logica della sua identita’”. Ma anche restando aderenti alla
realta’: “Nel corso dei lavori congressuali- assicura il
segretario- ci sara’ grande attenzione alla situazione reale del
momento, saranno fatte proposte concrete per uscire dalla crisi e
si dara’ una spinta programmatica su quello che occorre.
Sulla sua possibile ricandidatura,
Valentini dice di non aver preso ancora una decisione: “Il mio
auspicio- manda a dire- e’ che il testimone sia raccolto non da
uno, ma da una squadra”. Per ora non c’e’ nessun candidato
ufficiale alla sua successione: gli aspiranti segretari hanno
tempo fino alle 24 di sabato 27 novembre per proporsi.

A chi ricorda che la nomina del nuovo segretario potra’ essere
una bocciatura della linea politica fin qui seguita dal partito,
risponde Luigi Mazza. Il capogruppo non considera la bocciatura
dell’ordine del giorno di maggioranza “una messa in discussione
della linea politica”. Perche’ solo 15 giorni fa il Consiglio
centrale ha approvato all’unanimita’ le direttive del suo
segretario. Anche se, aggiunge, “e’ difficile confrontarsi con
chi si nasconde nel segreto dell’urna”. Il presidente Pino Guidi
esprime l’auspicio che dal congresso “non escano solo linea
politica e le alleanze, ma che si parli ai cittadini perche’ la
crisi non e’ percepita da tutti”.

L’appuntamento di fine mese mettera’ al bivio la Dc, per il
consigliere Marco Gatti. Il partito dovra’ infatti decidere “se
dimostrare continuita’ nell’essere un partito grande, con
diversita’ di idee al suo interno, ma in grado di trovare una
sintesi”. Oppure scegliere se prendere la strada di “una politica
fatta di personalismi, in cui regole e ruoli non contano piu'”.

Infine, il consigliere Teodoro Lonfernini si dice ottimista: dal
congresso uscira’ una Democrazia cristiana “in grado di dare
forza a un progetto politico in cui tutti si dovranno ritrovare”.

Ma la spinta propulsiva- ammonisce infine- si potra’ avere solo
con il consolidamento del rapporto con Alleanza popolare.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy