LO STATO SOCIALE

LO STATO SOCIALE

16- LO STATO
SOCIALE

16.1                            Gli interventi
necessari

Il Patto per San
Marino
riserva alle competenze dello Stato una particolare e insostituibile
funzione di tutela delle fasce deboli e di garanzia per la crescita di una
compagine sociale armonica e coesa, nella quale ciascuno possa vivere con
dignità e possa godere di pari opportunità. Andranno quindi sostenute tutte
quelle realtà, dalla famiglia alle associazioni di volontariato, che formano il
tessuto connettivo della nostra società.

Ogni intervento
dovrà avere come centro e cardine la famiglia, soggetto da sostenere con
politiche coerenti e con interventi economici efficaci, quali la
defiscalizzazione, il quoziente familiare e gli assegni integrativi per quelle
in difficoltà o che debbano far fronte a situazioni di disagio.

L’impegno sarà
inoltre rivolto:

§          a definire precise politiche per il
contenimento del costo della vita, dando  priorità al completamento della
legislazione a tutela dei consumatori e degli utenti;

§          ad attuare una politica dei servizi che
favorisca il protagonismo delle persone e dei corpi intermedi in campo
educativo, assistenziale e sanitario, anche attraverso lo strumento
dell’accreditamento e del convenzionamento;

§          a favorire l’acquisto della prima casa da
parte delle giovani coppie e delle famiglie con minori disponibilità;

§          all’aggiornamento della legislazione sulle
cooperative sociali e al varo di una legge quadro sul volontariato, adottando
normative che regolamentino i rapporti e le forme di collaborazione fra lo Stato
e le imprese del cosiddetto terzo settore, che contemplino facilitazioni fiscali
e finanziamenti agevolati a sostegno di tali attività.

Al fine di
ottimizzare l’attività svolta dai servizi sociali sarà necessario ripensare la
loro organizzazione, evitando l’eccessiva medicalizzazione degli interventi e
favorendo una efficace presenza sul territorio. Occorre altresì promuovere
strutture di consulenza, favorendo il collegamento fra le varie istituzioni e le
associazioni familiari e di volontariato.


 

 

 

16.2      Le
persone diversamente abili

Le politiche rivolte
alle persone diversamente abili, oltre agli strumenti e agli indirizzi espressi
nell’ambito dei singoli settori di intervento (scuola, lavoro e sport), dovranno
favorire e sostenere anche l’ambito familiare, il raggiungimento del massimo di
autonomia nella gestione della vita e l’incremento dell’integrazione sociale
sotto tutti gli aspetti.

Occorre in
particolare accompagnare la responsabilità delle famiglie con interventi
adeguati, sia per quanto concerne i congedi lavorativi e il sostegno economico
sia con progetti in grado di sviluppare una solidarietà allargata.

 

16.3       Con i
giovani e per i giovani

La necessità di
investire sui giovani è per noi un convincimento che ci spinge ad improntare in
modo coerente le politiche dei vari settori, in particolare per quanto concerne
i servizi educativi e scolastici, il diritto allo studio, la formazione, il
lavoro, la previdenza e lo sport, e ad impostare alcuni specifici interventi
diretti al mondo giovanile, quali:

§          il rilancio delle politiche per i giovani
e la valorizzazione del Forum dei giovani quale espressione democratica e
partecipata delle loro istanze;

§          l’individuazione e il sostegno al crearsi
in Repubblica di spazi di libera aggregazione, di svago e di centri di interesse
culturali, espressivi, di confronto e di incontro, recuperando a tale
destinazione strutture ad oggi non adeguatamente valorizzate e dando attuazione
al progetto del Centro multifunzionale;

§           migliorare i servizi di mobilità
attraverso una efficiente rete di trasporti pubblici con l’esterno in
connessione anche con la rete dei trasporti delle aree confinanti;

§          effettuare specifiche iniziative di
prevenzione del disagio e di comportamenti devianti;

§          rendere permanenti iniziative di
formazione alla sicurezza, quali i “corsi di guida sicura”, legati
all’ottenimento della patente di guida.

 

16.4            Con gli anziani e per gli anziani

La componente della
popolazione anziana all’interno della nostra società deve rappresentare una
risorsa e al contempo essere oggetto di una doverosa e significativa attenzione.
Occorrerà favorire tutti quegli interventi che possano sostenere il protagonismo
delle persone anziane e il mantenimento di ambiti e di interessi di vita che
preservino la loro integrazione sociale.

Tale obiettivo va
perseguito con interventi che tutelino il potere di acquisto delle pensioni e
garantiscano agli anziani una adeguata e capillare assistenza
sanitaria.

Nei confronti degli
anziani non autosufficienti occorrerà provvedere ad un aumento dell’assegno di
accompagnamento così come ad un incremento della disponibilità di posti in case
di riposo, in strutture di accoglienza e nei centri diurni.

Oltre al sostegno di
tutte le iniziative rivolte alle persone anziane e al volontariato, occorrerà
prestare una particolare attenzione alle esperienze che possano favorire lo
scambio intergenerazionale.

I servizi di
assistenza domiciliare dovranno essere ripensati con particolare riguardo alle
persone sole e non autosufficienti e in relazione alle risorse che l’ambito
familiare è in grado di offrire.

 

16.5                La previdenza

La riforma
del sistema previdenziale del 2005 ha cercato di porre rimedio al passivo dei
fondi pensione, entrati in sofferenza – inevitabilmente in un sistema a
ripartizione – a causa delle dinamiche demografiche che hanno portato, anche nel
nostro Paese, ad un progressivo invecchiamento della popolazione. Si è deciso di
intervenire aumentando le aliquote contributive, innalzando l’età pensionabile e
riducendo il tasso di sostituzione. Ma è noto a tutti che tale intervento non
sarà sostenibile a lungo. Per questo motivo, la coalizione si propone di avviare
quanto prima un confronto con le categorie economiche e sindacali per progettare
una riforma più generale del primo pilastro pensionistico, che sappia rendere
più solido il meccanismo della ripartizione con l’obiettivo di mantenerne
l’equilibrio finanziario, che si basi sulla solidarietà non solo fra le
generazioni ma anche fra redditi alti e bassi. Poiché il sistema retributivo
presenta larghe sacche di iniquità e pesa eccessivamente sulle fasce giovanili,
occorrerà confrontarsi sull’introduzione di un sistema che consenta di
considerare i contributi pensionistici non solo come forma di risparmio
differito ma anche come forma di welfare per proteggere l’anziano e garantirgli
un reddito sufficiente.  

Nell’immediato,
considerando la necessità di consolidare una maggiore tenuta del primo pilastro
retributivo e tenuto conto di quanto già realizzato col “provvedimento stralcio”
del marzo 2008, ci si propone:

§               di introdurre
elementi di maggiore equità nei trattamenti pensionistici;

§               di prevedere
in alcuni casi la possibilità di un distacco graduale dall’attività lavorativa; 

§               di introdurre
la cosiddetta “solidarietà di ritorno”, con cui viene richiesto un contributo
ai  percettori di rendite pensionistiche più elevate da riversare nei rispettivi
fondi;

§               di procedere
al completamento della riforma sugli argomenti individuati dall’art 12 della
legge 157/2005.

Più
precisamente:

§               si interverrà
sul diritto alla pensione per chi ha alle spalle lunghe carriere contributive:
si ritiene infatti che l’attuale sistema, che tiene conto dell’anzianità
anagrafica ma non dell’anzianità contributiva, non sia in grado di tutelare i
lavoratori che hanno iniziato la loro attività in età precoce; nel merito, si
dovrà prevedere al raggiungimento dei 40 anni di contributi, la possibilità di
accedere alla pensione;

§               si ridurranno
le differenze fra pensioni massime e pensioni minime;

§               si collegherà
l’importo delle pensioni di reversibilità al reddito percepito dal coniuge
superstite;

§               verranno
aumentate le pensioni sociali; contestualmente sarà necessario aumentare gli
anni di residenza in territorio necessari per accedere alla pensione
sociale.

Sarà infine
avviato, fin dall’insediamento del nuovo governo, un confronto con le categorie
economiche e le associazioni sindacali per trovare soluzioni concrete:

§          al ricorrente
deficit di alcune gestioni pensionistiche (fondi artigiani, commercianti,
agricoltori), le cui tendenze rendono necessario un intervento in tempi
brevi;

§          all’introduzione
di un secondo pilastro obbligatorio a gestione pubblica, verificando le
specifiche soluzioni gestionali con le Organizzazioni Sindacali e le Categorie
Economiche e valutando altresì la possibilità di aprire la società di gestione
anche all’azionariato popolare.

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