Provocazione: apriamo case di tolleranza a partecipazione statale

Provocazione: apriamo case di tolleranza a partecipazione statale

A seguito dell’invio del documento economico da parte del governo, un corposo documento che viene inviato tutti gli anni prima delle ferie estive alle organizzazioni economiche, dove sono contenuti dati e ipotesi, Osla ha inviato le proprie osservazioni. I punti fondamentali di tale documento sono quelli che Osla da tempo rivendica ovvero:

– Equità fiscale: a pari reddito deve corrispondere pari aliquota

– Unificazione dei fondi pensionistici

– Riduzione della burocrazia nella Pubblica Amministrazione

– Aumento professionalità e razionalizzazione spese a livello sanitario

– Libertà d’impresa

– Eliminare le rigidità per le assunzioni di personale

– Autonomia del sistema bancario e finanziario sammarinese

– Politica della casa: il costo medio annuo non dovrebbe superare il 15% del reddito

– Riformare il sistema scolastico aprendolo alle organizzazioni economiche

– Riforma dell’Istituto Cassa Integrazione e Guadagni, aprendolo al settore dei Servizi.

– Privatizzare servizi dello Stato giudicati Non Strategici

– Definire un piano di viabilità per San Marino

– Incentivi per le imprese: sostegno all’editoria, alla sanità privata e alle assicurazioni di diritto sammarinese

– Turismo: realizzare un programma pluriennale. Valorizzare il Centro Storico.

– Commercio: attuare iniziative a sostegno del comparto (Piano di Valorizzazione, Riduzione imposta monofase, lancio San Marino Card…)

– Definire una nuova politica dei prezzi dei parcheggi

– Incentivare e valorizzare l’attività artigianale artistica

Questi sono solo alcuni spunti dell’ampio documento inviato da Osla al Governo.

Ci preme inoltre di rilevare come tra le altre osservazioni, Osla abbia richiesto di parificare le norme del commercio all’ingrosso con quelle delle licenze industriali e cioè eliminare i vincoli alla detenzione delle quote.

Infatti e fuori di dubbio che moltissime licenze industriali in realtà svolgono attività di commercio, ma quando gli Uffici preposti calcolano il PIL, il commercio risulta pesare solo per il 10%, Crediamo che se vi fosse maggiore libertà di scegliere la licenza adatta, il PIL avrebbe sicuramente un altro peso (ci riferiamo al commercio).

Un’altra proposta fatta, al fine di stimolare moralisti e fare finire vecchie ipocrisie è quella di abrogare l’art. 267 del codice penale (divieto di casa di tolleranza). Perché infatti non fare come gli austriaci, svizzeri o australiani, dove tale attività è quotata in borsa? Forse saremmo tutti più tranquilli.

Non di solo azzardo si vive. Magari, la formula con lo Stato socio di maggioranza potrebbe pure trovare applicazione in questo campo.

OSLA – Comunicato Stampa

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