. Questione Giuseppe e Marco Arzilli, TV7 Rai1

. Questione Giuseppe e Marco Arzilli, TV7 Rai1

La Voce di Romagna (12 novembre 2013)

 Il caso Arzilli. Niente di diverso dai mugnai che nell’Ottocento facevano farina in Repubblica alla faccia della tassa italiana 

Punture di spillo. Congresso Don Raffaé 

Quale futuro per San Marino dopo la disclosure? Si guardi la Confederazione Elvetica 

 Erasmus

Oggi il Congresso di Stato, riunitosi per esaminare fra gli altri argomenti il caso Arzilli, ha emesso un comunicato che sembra preso da “don Raffaè”. Ricordate la canzone di De Andrè in cui lo stato “s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità” ? Nell’anno 1715 d F. R. (della fondazione della Repubblica ndr) i nostri governanti hanno concluso il loro comunicato con questa forte e vibrante dichiarazione:

L’Esecutivo ha espresso la propria vicinanza al collega di Governo, riconoscendone il ruolo caratterizzato da un’azione energica improntata ad interventi concreti per lo sviluppo del Paese sulla strada della trasparenza”.
Quello che più lascia perplessi è vedere che Arzilli ha rimesso il mandato nelle mani del partito bonsai, di cui è il padre padrone, insieme ad un ridottissimo numero di familiari, amici e parenti. Dimissioni familiari, come ben si addice ad un partito familiare, considerato che al loro congresso erano talmente pochi che stavano pensando di far venire un pullman di comparse da Cine Città. Le dimissioni poteva darle in casa, fra il formaggio ed il dolce, ad una cena con i Berti, per non sentirsi dire che le cose lui le fa in famiglia. Ora andiamo ai fatti e distinguiamo in questa vicenda due diversi aspetti.
Pinuccio Arzilli ha messo in atto una serie di comportamenti penalmente rilevanti. Dichiarare che lui paga in contanti ed incassa somme per centinaia di migliaia di euro sempre in fruscianti banconote non sono bazzecole o vaneggiamenti di un povero gioielliere pensionato, come adesso si tenta di farlo passare.  Costruire false certificazioni ed expertise su diamanti, di cui si dichiara la falsa provenienza e proprietà, è l’espressione del solito sistema dove rispettare le regole rimane uno slogan elettorale, mentre aggirarle è una norma. Arzilli non è diverso dai mugnai del Titano,  che, nell’ottocento, facevano farina in Repubblica, alla faccia della “tassa italiana sul macinato”, passando poi attraverso le furberie delle triangolazioni IVA, del nero accolto, senza farsi tante domande sulla provenienza e sui clienti. Abbiamo  già dimenticato Tremonti al congresso di “Comunione e Fatturazione” di Rimini mentre metteva in croce Gatti e Mularoni,?? . Adesso Pinuccio Arzilli è considerato alla stregua di uno gnomo che vende diamanti, sterline, lingotti. Una specie di torvo custode del Tesoro dei Nibelunghi. Faceva e fa il gioielliere e cosa pretendevate che vendesse lattughe e ravanelli? Domandiamoci invece se investire in diamanti, lingotti, sterline, oro sia illegale o se sia un reato. In Italia tutte le grandi Banche vendono diamanti da investimento senza che Banca d’Italia e le Procure ci trovino niente da dire. Così per lingotti d’oro dove San Marino applica la monofase, mentre il resto dell’Europa tiene esente da Iva questo investimento. Abbiamo finalmente capito perchè a San Marino nessuno abbia mai pensato di adeguarsi alle altre piazze, perchè Arzilli lui compra in nero e tanti saluti alla monofase. Le regole sono per gli altri, non per lor signori, che si credono d’aver nel sangue il DNA del Santo Dalmata. In questo modo,  si tengono fuori gli operatori stranieri con una tassa anacronistica e regolarmente evasa come TV7 ci ha dimostrato. Per anni aprire una gioielleria a San Marino era facile come scalare l’Everest a piedi nudi. E’così in tutti i settori. Le banche e le finanziarie sono ristrette in norme draconiane, dove la Banca Centrale interpreta il suo ruolo come quello del vigile urbano, senza voler o saper creare un mercato moderno aperto e realistico. Non vogliono rischiare che arrivino operatori seri e preparati, perchè allora addio al potere discrezionale. Le aziende Sammarinesi non possono competere con quelle straniere con la monofase che non è detraibile come l’IVA. Le leggi sono fatte scientemente male, in danno al Paese, per scoraggiare ogni iniziativa che venga da fuori. Se invece si vuol aprire la “Forneria Vallifuoco” allora non ci sono problemi. A quella gente va bene tutto anche la “stecca”a chi ti agevola la pratica. Allora facciamo qualche domanda all’Esecutivo, alla Banca Centrale, all’AIF:
Quali sono gli investimenti ritenuti legali oggi in Repubblica? Quale il futuro di San Marino dopo la disclosure? Se com’è evidente la disclosure è una norma fiscale italiana, cosa vi ha spinto ad un silenzio così sonoro ed all’emanazione di confuse circolari, che vanno ben al di là di quanto l’Italia abbia fatto con i propri evasori? Avete presente la Confederazione Elvetica, quella presso la quale Arzilli era Ambasciatore non residente e le cui frontiere attraversava, munito di passaporto e targa diplomatica? Bene La Corte di Berna ha stabilito che i clienti delle banche sono liberi d’investire i propri fondi come credono e che le responsabilità sulla provenienza degli strumenti finanziari utilizzati incombono (come in Italia) sul Cliente. Il che significa che ogni investimento è lecito se fatto nell’ambito delle norme e delle leggi. Per capirsi, se la nostra Perrilli, spara e colpisce i piattelli, l’arma è uno strumento di una vittoria che magari la porterà all’oro olimpico. Se invece la nostra brava Atleta avesse rivolto il sovrapposto nei confronti dell’odioso giudice, che l’infastidiva durante le Olimpiadi di Londra, allora in questo caso avremmo parlato non di medaglie, ma d’omicidio.Tutte le cose in sè sono buone, dipende solo dall’uso che se ne fa!

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