La Serenissima. Sfregi, croci e casse da morto: così venivano minacciati i testimoni
Il “racket badanti” si colora, ogni giorno che passa, di inquietanti e, per certi versi, macabri dettagli. Infatti, una testimone – cittadina sammarinese, di cui per ragioni di sicurezza la sua identità viene celata – avrebbe ricevuto delle minacce di morte, come si evince dagli atti a suo tempo approfonditi dal commissario della legge Simon Luca Morsiani, oggi non più titolare del fascicolo di inchiesta. “Stai attenta, perché te parli troppo… frequenti spesso i Tavolucci e il Tribunale, passi troppo tempo dalla polizia e fotografi un po’ troppo. Io ti faccio fuori”, sarebbe una delle minacce denunciate dalla vittima delle stesse. E, questa, sarebbe la frase più sconvolgente tra le minacce oggetto di denuncia e rivolte a una testimone sammarinese dell’indagine che vedrebbe coinvolto anche parte del personale in forza all’Ospedale di Stato. Purtroppo, le intimidazioni non si sarebbero limitate all’aspetto verbale, ma si sarebbero concretizzate anche in maniera più velate ma ancor più inquietanti. Tanto che la stessa testimone, una mattina della prima metà di febbraio 2020, avvicinandosi alla propria autovettura per recuperare un pacchetto di sigarette, avrebbe trovato “incisa” nella vernice della portiera, per tutta la sua lunghezza, sul lato guida, una cassa da morto, con tanto di croce al suo centro. (…)
Articolo tratto da La Serenissima
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