Pare esserci un rallentamento, nel parlamento italiano, nella presentazione del provvedimento sullo scudo fiscale (che avrà conseguenze sul sistema finanziario della Repubblica di San Marino) come emendamento al decreto anticrisi.
La Repubblica titola: ‘Sullo scudo fiscale si prepara il dietrofront, in bilico i condoni extra-fiscali‘. Tutto ciò ‘dopo le polemiche e i rilievi della Ue ‘.
Questo l’incipit dell’articolo:
‘Il governo ingrana la retromarcia sullo scudo fiscale. Scompaiono le due aliquote e la riserva dei fondi per l’Abruzzo (è contraria la Ue) mentre si passa ad una aliquota unica pari al 5 per cento. Secondo le indiscrezioni circolate ieri, e attribuite a fonti della maggioranza, anche la spinosa questione della ‘esclusione di punibilità’ per falso in bilancio e bancarotta dovrebbe essere superata e lo scudo dovrebbe garantire solo dagli accertamenti fiscali per il 2003-2007. Inoltre, l’idea coltivata dal governo di far passare lo scudo per via parlamentare, sarebbe stata oggetto di un ripensamento, dopo contatti all’interno della maggioranza, ed il governo varerebbe direttamente, o attraverso i relatori, l’emendamento al decreto anticrisi. Alla retromarcia del governo, rispetto agli ultimi testi circolati di cui ‘Repubblica’ ha rivelato i contenuti nei giorni scorsi, hanno contribuito i contatti con Bruxelles, alcuni malumori nella maggioranza oltre alla vera e propria rivolta delle opposizioni di fronte ad un testo che si presentava come un colpo di spugna per una lunga serie di reati.‘
Il danno, nel senso di una riduzione della raccolta, per il sistema finanziario sammarinese (dodici banche
e sessanta tra finanziarie, fiduciarie, società di gestione, compagnie d’assicurazioni) potrebbe essere compreso fra 2,2 miliardi e 4,6.
Secondo La Tribuna Sammarinese ‘il salasso dovrebbe comportare una cifra che va dai 4 ai 6 miliardi di euro, una cifra cioè pari ad un terzo di quanto è custodito in deposito a San Marino‘.