“Referendum legge elettorale, votare no per non tornare al vecchio”. Ivan Foschi

“Referendum legge elettorale, votare no per non tornare al vecchio”. Ivan Foschi

L’informazione di San Marino

“Referendum legge elettorale, votare no per non tornare al vecchio”

Ivan Foschi del comitato contrario: “Perché togliersi un diritto per regalarlo ai partiti?”

Antonio Fabbri

Ivan Foschi, membro del comitato per il “no” al quesito sulla legge elettorale, spiega la posizione contraria al quesito “fregatura” che nella sostanza propone di togliere agli elettori il diritto di scegliere da chi essere governati.

I proponenti sostengono che l’attuale legge che vogliono cambiare non garantirebbe la rappresentatività. E’ così? “Innanzitutto il Collegio Garante ha riconosciuto che l’attuale legge garantisce già la rappresentatività poiché tutti i Consiglieri sono eletti direttamente dal popolo e infatti chi si reca a votare per il ballottaggio sa benissimo chi saranno i candidati eletti in ognuno dei due casi. Se la legge non fosse stata veramente rappresentativa, allora, anziché un referendum, si sarebbe potuto proporre un ricorso di costituzionalità che i Garanti avrebbero inevitabilmente accolto. E poi perché il voto di oltre 17.000 cittadini che sono tornati alle urne dopo 15 giorni dovrebbe essere deriso e considerato così poco importante da non dare piena legittimità all’esito delle elezioni?”

La questione posta, però, è che ci siano consiglieri con pochi voti che siedono in Consiglio… “In primo luogo questa è una conseguenza non di questa legge, ma della preferenza unica. Il fatto poi che ci siano Consiglieri eletti con meno voti rispetto ad altri non eletti dipende principalmente dal numero di seggi che ottiene una lista. Gli ultimi eletti dei partiti maggiori hanno spesso un numero di voti inferiore rispetto ai primi dei non eletti dei partiti più piccoli. Applicando la proposta referendaria alle elezioni del 2016, in caso di governo DiM-Adesso.sm – considerate le varie sostituzioni e le nomine dei Segretari – Rete oggi avrebbe almeno 5 Consiglieri eletti con poco più di 20 voti a scapito di altrettanti esclusi delle liste di Dc e Ps con un centinaio di preferenze”.

I proponenti puntano il dito sul ballottaggio. “Curiosamente, definiscono “antidemocratico” il ballottaggio, però nella loro proposta non viene eliminato, ma rimane in caso non si trovi accordo tra i partiti DOPO il voto! Dunque per evitarlo occorre un accordo tra almeno due delle tre coalizioni. Perché allora questo accordo non può essere trovato PRIMA del voto e sottoposto al giudizio degli elettori alla luce del sole? Se nel 2016 ci fosse stata in vigore la legge voluta dai referendari, l’unica alternativa sarebbe stato un governo DCRete. Dunque Rete, dopo una campagna elettorale in solitaria, fieramente contro tutti gli altri partiti dipinti come dei fuorilegge, si sarebbe presentata col cappello in mano dalla DC o

magari anche da RF? E soprattutto senza chiedere un nuovo consenso ai suoi elettori?”

Che ne pensa della politicizzazione del referendum, fatto passare come un voto sul governo? “Nessun governo è mai andato a casa dopo un referendum, nemmeno quando venivano messe al voto leggi prodotte dallo stesso governo. È del tutto evidente che chi parla di voto contro il governo non vuole fare sapere il vero obiettivo di questo referendum! Distraendo l’attenzione dei Sammarinesi con la scusa del voto sul governo, vogliono togliere dalle mani ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati per riconsegnarlo ai “boss” dei partiti che deciderebbero così nelle “segrete stanze” alle spalle degli elettori che verrebbero così posti di fronte al fatto compiuto. Insomma una vera e propria fregatura per i cittadini perché così i partiti andrebbero alle elezioni con le mani libere, senza cioè dichiarare PRIMA con chi ci si vuole alleare per fare un governo e con quale programma, ma rivelandolo solo DOPO avere incassato il voto dei cittadini. Se due partiti volessero governare insieme, ma non volessero dirlo prima delle elezioni per paura che il loro elettorato non apprezzerebbe questa alleanza, allora il quesito referendario sarebbe la risposta giusta!”

Perché? “Perché con la legge proposta dal referendum, chi vorrà votare contro il governo, sceglierà un partito di opposizione, ma potrebbe poi ritrovarsi un partito di maggioranza, o addirittura tutti, di nuovo al governo assieme al partito per il quale ha votato! Anche chi perde le elezioni insomma potrebbe ritrovarsi al governo insieme ai suoi avversari. Con il NO questo rimarrà impossibile come lo è oggi”.

Che cosa non la convince della proposta referendaria? Guardi, c’è una serie di domande a cui i referendari non hanno mai risposto. Intanto una premessa: se si trovano le intese nel giro di pochi giorni dopo il voto vuol dire che quei partiti erano già d’accordo da prima, ma non volevano dirlo! Perché non si vogliono sottoporre quelle intese al giudizio dei cittadini, magari prevedendo comunque il ballottaggio come conferma? Perché si ha tanta paura del giudizio popolare? La realtà è che questo referendum comporta una scelta netta: da una parte si torna al vecchio, dando ai partiti il potere di fare e disfare, mentre con il NO si guarda al futuro lasciando l’ultima parola ai cittadini ed eliminando ogni tipo di ballottino nella scelta dei prossimi governi. Allora perché togliersi un diritto per regalarlo ai partiti?”

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