Referendum Salva Stipendi: una spallata contro l’immobilismo contrattuale

Referendum Salva Stipendi: una spallata contro l’immobilismo contrattuale

Contratti bloccati, stipendi in calo del 5% e spesa delle famiglie sammarinesi in picchiata del 10% nel 2010. Scatta la raccolta firme per il Referendum Salva Stipendi. Depositato il quesito referendario che dice: “Volete voi che, fino al rinnovo di contratti collettivi di lavoro, le retribuzioni dei lavoratori dipendenti siano rivalutate al primo gennaio di ogni anno di un importo pari alla percentuale di inflazione rilevata nell’anno precedente dall’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica dello Stato?”.
Chiaro l’obiettivo del Referendum: proteggere gli stipendi dall’erosione del carovita durante il periodo di mancato rinnovo dei contratti. Non si tratta dunque del meccanismo automatico della scala mobile, ma di una protezione temporanea che interviene tra la scadenza di un contratto e il suo rinnovo. Il Referendum quindi non indebolisce lo strumento della contrattazione, che rimane al centro dell’azione sindacale, ma anzi lo rafforza perché sollecita le controparti a trovare un accordo.
MANIFESTO DEL REFERENDUM SALVA STIPENDI
Dall’inizio della crisi la perdita secca del potere di acquisto delle retribuzioni è stato del 5%, nello stesso tempo i prezzi del carrello della spesa sono aumentati molto più dell’inflazione, addirittura la benzina sfiora i 2 euro al litro. Ad aggravare i bilanci delle famiglie si sono poi aggiunte l’addizionale IGR, l’aumento delle tariffe di acqua, luce e gas, la tassa sulla casa, l’aumento dei contributi pensionistici.
La forte perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni ha provocato un crollo dei consumi interni: nel 2010 (ultimo dato disponibile), le famiglie sammarinesi hanno ridotto le spese per i più comuni generi di consumo del 10%, e le prime indicazioni del 2011 sono ancora più allarmanti. Un duro colpo alla nostra economia.
 
Il blocco dei contratti e l’impennata del carovita sono un’emergenza economica e sociale che sta mettendo a dura prova i redditi delle famiglie. Da quattro anni 8mila lavoratori dell’industria sono senza contratto, 4mila dipendenti della PA hanno le retribuzioni bloccate per legge, mentre per altri 8mila lavoratori occupati nel commercio, nell’edilizia, nel turismo e nel credito, i rinnovi sono tutti scaduti.
La paralisi contrattuale scarica i costi della crisi sulle spalle di chi lavora e provoca ulteriore recessione, è quindi urgente e indispensabile agganciare le buste paga all’inflazione con il Referendum Salva Stipendi.
Il Referendum non affossa la contrattazione, che resta lo strumento fondamentale dell’azione sindacale, ma al contrario obbliga le parti a trovare un’intesa per garantire un’equa retribuzione. Il quesito si pone infatti l’obiettivo di salvaguardare il potere d’acquisto delle buste paga nel periodo non coperto da accordi contrattuali.
Firma e sostieni il Referendum  per  difendere la dignità del lavoro, rilanciare i consumi e ridare fiducia all’economia di San Marino.
Fanno parte del Comitato Promotore : Marco Tura, Floriano Podeschi, Massimo Rosti, Massimo Cervellini, Alessandro Stacchini, Giorgio Felici, Riccardo Stefanelli, Nicola Canti, Morena Mularoni, Angela Tamagnini, Mirco Battazza, Gianluca Montanari, Sandro Serra, Nevia Casdadei.
info@cdls.sm – www.cdls.sm – 0549 962080/1 – Fax 0549 962095
Firma qui: Studio legale Bugli e Saraceni – Via Cinque Febbraio, 17 – Domagnano – 0549 901956- Studio legale Anna Maria Lonfernini – Debora Cenni – P.zza Tini, 12 – Dogana – 0549 910232

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