Regole e risorse per le aree ecologicamente attrezzate nella provincia di Rimini: lo stato di avanzamento dei lavori

<b>Regole e risorse per le aree ecologicamente attrezzate nella provincia di Rimini: lo stato di avanzamento dei lavori</b>

Poco più di un anno fa organizzammo un incontro per presentare la direttiva della Regione sulle Aree produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) avevamo allora due obiettivi: da un lato illustrare la nuova normativa che prevede parametri ambientali e territoriali da rispettare nella realizzazione delle nuove aree; dall’altro fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori per prepararci a passare dalla fase di programmazione a quella dell’inizio effettivo dei lavori.
Mi sembra che si possa affermare che un anno non è passato inutilmente. I Comuni interessati, le imprese, le associazioni di categoria, noi stessi abbiamo compreso che le norme sulle APEA non sono un qualcosa di più, una nuova forma di adempimenti burocratici, al contrario abbiamo tutti acquisito la consapevolezza che sono una condizione essenziale affinché le nuove aree abbiano reali possibilità di successo a breve e a lungo termine.
In questo anno abbiamo fatto molti passi importanti e abbiamo dimostrato, ancora una volta, un alto livello di coesione sociale. Abbiamo recepito le norme regionali traducendole in un atto di indirizzo della Giunta Provinciale. Abbiamo costituito i Comitati di Indirizzo che hanno funzioni di supervisione e di controllo sia in fase di realizzazione che in fase di gestione delle APEA.
Soprattutto abbiamo fatto in modo che i Comuni potessero approvare le varianti urbanistiche che consentono di avviare i piani per la realizzazione delle opere di infrastrutturazione.
Abbiamo aggiornato gli accordi territoriali che sono alla base delle are produttive sovra comunali nella nostra provincia; abbiamo definito nuovi accordi di programma che sono stati approvati o che sono in fase di definitiva approvazione. Alcune di queste aree hanno eseguito le valutazione di sostenibilità ambientale (VALSAT), sono state sottoposte alla Valutazione di Sostenibilità Ambientale (VAS) o hanno già raccolto, previo bando pubblico, l’adesione delle imprese. E’ stato svolto un proficuo lavoro di cui oggi possiamo dare conto, anche con un po’ di legittima soddisfazione.
Nell’incontro di anno fa ci chiedemmo se nell’era della globalizzazione avesse ancora un senso proporre un’idea forte di legame tra imprese e territorio. Infatti non era scontato che la strategia della provincia di individuare specifici ambiti sovra comunali, dotati di servizi e caratterizzati dalla presenza di adeguate infrastrutture fosse quella giusta.
Invece proprio le difficoltà emerse con la crisi finanziaria ed ora con il manifestarsi della crisi economica dimostrano che la scelta della Provincia è stata lungimirante.
Emerge con sempre maggiore chiarezza che il successo di un impresa dipende in maniera diretta dalla capacità di essere in relazione con il territorio nel quale è insediata. E’ la politica dei distretti e dei servizi che alla lunga, per quanto possa essere più faticosa e complessa è vincente. E’ il rapporto tra imprese, lavoratori, investimenti pubblici e privati, saperi diffusi a determinare il successo delle imprese e della filiera che le mette in relazione l’una con l’altra.
Nella Provincia di Rimini questo rapporto esiste, lo dimostrano gli studi sul grado di coesione sociale che sono diventati il principale indicatore del tasso di sviluppo socio economico dei territori.
Faccio riferimento, come si può intuire, agli studi del Censis che ci individua quale uno dei luoghi di eccellenza nazionale. Recentemente, inoltre, è stato pubblicato uno studio di Roberto Cartocci sul capitale sociale, inteso come il ‘tesoro nascosto’ in cui emerge la relazione che lega i cittadini ad una comunità. In relazione alle 103 province italiane l’analisi ci pone tra le prime realtà del paese, con cifre e percentuali che vedono la nostra Provincia ottenere risultati maggiori di luoghi quali Milano, Roma, o di molte altre province del Veneto o della Lombardia. Va detto che questa alta posizione è comune a tutte le Province dell’Emilia Romagna a dimostrazione di una strategia e di un’ idea di assetto del territorio e dei servizi che è comune a tutta l’Emilia Romagna.
A supporto di quanto detto potrei citare gli ultimi dati sull’export relativi al primo semestre del 2008, presentata da Confindustria proprio qualche giorno fa.
Nella ricerca si evidenzia un aumento delle esportazioni pari ad un + 17% che porta Rimini ad essere la prima provincia per crescita percentuale in tutta la Regione e soprattutto si registra una crescita delle imprese interessate all’internazionalizzazione, infatti il 90% del campione intervistato ha contatti con l’estero.
Del resto questi dati sono in linea con il tasso di sviluppo che la provincia ha messo in campo negli ultimi dieci anni.
Nell’ultimo decennio trascorso il sistema imprenditoriale riminese ha ritrovato slancio e vigore e si è imposto all’attenzione regionale, passando dall’ottavo al sesto posto nella graduatoria provinciale per numero di unità locali delle imprese, con 31 imprese ogni 1000 abitanti e con una crescita del 26% in un solo decennio, praticamente il doppio di Bologna e ben più alta della media regionale (15,8%).
Questi dati confermano che il sistema economico riminese è in linea con le più avanzate aree metropolitane europee per quanto concerne i tassi di terziarizzazione dell’economia ed infatti l’indice di specializzazione dei servizi è del 14% più alto rispetto alla media regionale. Nella nostra area peraltro esistono produzioni significative nel settore della fabbricazione delle macchine, della moda e della nautica, poli che hanno posizionamenti di mercato di assoluto livello nel contesto internazionale.
Questo conferma che la scelta del Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Rimini del ’98, riconfermata e meglio delineata con il PTCP 2007 appena approvato va nella giusta direzione. Le APEA hanno il compito di definire gli ambiti in cui offrire alle imprese spazi sufficienti sia per nuovi insediamenti che per trasferimenti, ed anche per favorire nuove localizzazioni di imprese che provengano da altri contesti, contribuendo ad innalzare il tasso di innovazione tecnologica nella nostra provincia.
Tali aree si caratterizzano per alcuni punti specifici:

• hanno la funzione di favorire il riordino e la riaggregazione delle sedi produttive, anche individuando alcune specializzazioni funzionali;

• sono situate in posizione strategiche rispetto alla grande viabilità, quindi è garantita la vicinanza all’autostrada, alla grande viabilità (nuova SS16) e alle strade di distribuzione urbana (strada di gronda a Rimini Nord, nuova Sp17 a sud) ;

• debbono essere dotate di servizi comuni, il primo dei quali è relativo alla logistica degli addetti e delle merci, ma anche alla raccolta differenziata, al risparmio energetico e di quello idrico e all’uso delle nuove tecnologie;

• debbono rispondere ad un criterio di sostenibilità ambientale, come è chiaramente espresso dalle nuove norme regionali.

Il vantaggio per il territorio è evidente. Si compie un significativo passo avanti in termini di dotazione di servizi, della complessiva qualità degli insediamenti e delle relazioni con le altre parti e funzioni della città, partendo da un virtuoso utilizzo del suolo.
Appare evidente che la provincia ha individuato un percorso che punta alla ricerca della qualità e dell’efficienza e al conseguimento di un livello produttivo di eccellenza, in cui al centro si pone l’esigenza di tutelare e valorizzare il territorio, come affermato nel PTCP. Alla competizione su scala globale non dobbiamo e non possiamo sottrarci, ma per risultare vincenti abbiamo bisogno di attestarci sui livelli più alti, dobbiamo concorrere mettendo in campo servizi, qualità, innovazione.
Con la presentazione di oggi si rende evidente lo stato di avanzamento dei lavori.
Tutte e tre le aree ricadono all’interno di accordi territoriali già stipulati e che sono stati portati avanti d’intesa con i Comuni ed con il mondo imprenditoriale.
La Provincia ha svolto quello che potremmo definire un attento compito di coordinamento per stabilire le norme per la realizzazione delle aree, individuando insieme ai Comuni le caratteristiche delle aree, e gli strumenti di avvio delle stesse APEA. Nelle società di Raibano e di San Clemente la Provincia è socio fondatore e fa parte della compagine sociale insieme ai Comuni (Misano, Coriano e Riccione nel primo caso) ed insieme alla CCIAA nel secondo, considerata un soggetto importantissimo in tutti i casi.
Per il Triangolone il modello scelto è diverso poiché sono le Associazioni che hanno costituito la società di gestione, ma il livello di coinvolgimento attraverso il Comitato di indirizzo è alto. Del resto credo che in un prossimo futuro dovremmo valutare, una volta avviate le aree, quale debba essere il livello più appropriato di partecipazione della Provincia.
Per quanto concerne l’area di Raibano ed in particolare i nuovi insediamenti siamo già in presenza di un accordo di programma sottoscritto e pubblicato, all’esecuzione della Valsat per gli aspetti ambientali e all’approvazione di un progetto preliminare per le opere infrastrutturali, le quali vengono ora integrati con gli investimenti relativi al piano di produzione e di risparmio energetico soprattutto con l’uso del fotovoltaico, di ottimizzazione del ciclo delle acque, di riciclo dei rifiuti, dell’ uso delle reti digitali e delle nuove tecnologie.
L’insieme delle opere da realizzare supera i 25/30 milioni di euro (per gli aspetti di dettaglio vedi schede della società di gestione). Siamo nella condizione di cantierare i lavori per l’estate del 2009.
Per l’area di Santarcangelo, il cosiddetto Triangolone, che verrà in futuro completato con l’altra parte dell’area in territorio del Comune di Rimini, sono stati approntati gli strumenti urbanistici ed è già stato pubblicato il bando per individuare le aziende che si insedieranno nel comparto. Le opere di infrastrutturazione coerenti con gli obiettivi delle APEA porteranno ad eseguire interventi per almeno 20 milioni di euro. In tale contesto l’accessibilità è un punto essenziale.
Penso alla previsione della nuova strada statale, alla strada di Gronda già in funzione ed al secondo tratto in fase di progettazione ed infine alla prevista sistemazione del casello di Rimini Nord da attuare in occasione dell’ ampliamento dell’A14.
Infine, ma non meno importante il lavoro svolto dalla società di Sant’Andrea in Casale, nell’ambito dell’area della Valconca che completa il polo con San Giovanni e Cattolica dove sono localizzate imprese importanti (basti pensare al settore della moda e della nautica).
E’ stato recentemente sottoscritto il nuovo accordo di programma, sta per terminare la predisposizione del piano attuativo urbanistico di iniziativa pubblica, premessa indispensabile per avviare l’acquisizione dei terreni e poi l’avvio delle opere che complessivamente ammonteranno a non meno di 15/20 milioni di euro.
Un quadro decisamente positivo in cui si può dire che dopo una fase di rodaggio e di acquisizione di tutti gli atti formali si sta passando alla fase attuativa, colmando quei ritardi che spesso le imprese hanno segnalato. Siamo quindi nella condizione di candidarci in maniera assolutamente prioritaria per acquisire i finanziamenti previsti dal Bando della Regione in merito alla Gestione del Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013.
Vorrei tralasciare alcuni aspetti di dettaglio e sottolineare che il prossimo avvio delle tre aree, oltre a dare risposte precise alle esigenze delle imprese, costituisce un modo concreto per dare una risposta alle difficoltà della crisi che stiamo attraversando.
Si tratta di opere pubbliche e private da realizzare per oltre 50 milioni di euro. Opere che vanno nella direzione di un rilancio del mondo imprenditoriale ma con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale e all’innovazione tecnologica.
Concludo ribadendo che le direttive regionali vanno concepite come la corretta definizione del rapporto tra imprese e territorio sapendo che oggi questo legame può essere un vantaggio competitivo, perché capace di offrire non solo una merce ma un prodotto in grado di rappresentare un territorio, in questo senso si spiegano i successi di molti prodotti tipici dell’alimentazione, ma anche molti prodotti artigianali o tecnologici che sono percepiti come unici perché espressione delle caratteristiche specifiche di un’area geografica e di un distretto.
Da questo punto di vista il nostro territorio (dotato di infrastrutture e servizi non facilmente riscontrabili altrove) è capace di avere una forza ed un richiamo che per molti versi possiamo considerare unico anche all’interno di una regione particolarmente ricca come l’Emilia Romagna.
Partendo da questi ultimi dati dobbiamo essere convinti che aree produttive ecologicamente attrezzate sono un’opportunità per coniugare sviluppo economico innovazione e sostenibilità ambientale.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy