Relazione d’apertura 10° cong FPI-CDLS

Relazione d’apertura 10° cong FPI-CDLS

Riforma e contratto: occasioni di sviluppo
Relazione d’apertura 10° congresso
Federazione Pubblico Impiego della CDLS

San Marino, 12 febbraio 2009

La riforma della PA è indispensabile e deve rappresentare l’occasione di un cambiamento sia culturale che organizzativo. E’ questa la sfida che il segretario della FPI-CDLS, Marco Tura, ha lanciato, giovedì 12 febbraio nella sala del Castello di Domagnano, in apertura dei lavori del 10° congresso di federazione.

Le ragioni di questo “indispensabile cambiamento” affondano nel “decennale blocco della assunzioni”, accompagnato da una “continua instabilità politica”, dal “reclutamento di personale avvenuto in gran parte attraverso il contratto privatistico”, dal mancato “adeguamento dei titoli di studio” e dall’aumento del “fenomeno del precariato”, che sta generando “una provvisorietà di lungo periodo”. Motivi, insomma, per una riforma che “restituisca autorevolezza alla PA e orgoglio ai dipendenti pubblici”.

Marco Tura non ha dubbi: il processo di cambiamento avviato al tavolo di confronto con il Governo rappresenta una occasione di sviluppo, a partire proprio dai dipendenti pubblici: “Il cambiamento nella PA lo si intravede soprattutto nella filosofia diversa proposta dalla relazione di riforma già presentata dal Segretario di Stato agli Interni: il passaggio dal mansionario al profilo di ruolo, cioè passare dal fare al saper fare, sostituisce in parte il valore dell’organizzazione con quello della persona”. E ancora: “L’esaltazione della professionalità, sommata alla trasparenza nel reclutamento del personale, dovrebbe contribuire a combattere il fenomeno del livellamento professionale, altra piaga del nostro settore”.

Nel guardare più da vicino gli obiettivi della riforma, il segretario del pubblico impiego segnala l’esigenza di arrivare a “una reale autonomia gestionale della PA”, così come puntare alla promozione della formazione permanente, “per mantenere all’interno degli uffici un livello professionale in sintonia con i tempi che cambiano”. Spazio inoltre al tema del “benessere organizzativo”: “In un sistema come quello della PA, – afferma Tura – con settori ad alta intensità di lavoro intellettuale, la convivenza lavorativa non si può realizzare solo in forma gerarchica o di scansione procedurale: una variabile altrettanto fondamentale è rappresentata dal sentire individuale, dalle relazioni tra le persone, dal riconoscimento delle competenze, delle responsabilità e del trattamento retributivo, dalla valorizzazione dell’utilità sociale del servizio pubblico”.

Obiettivi di riforma che, secondo il segretario FPI-CDLS, devono valere per tutti i settori del sistema pubblico: “Dobbiamo porre particolare attenzione all’ISS, alla Scuola e alle Aziende di Stato, che, talvolta, sembrano seguire percorsi distaccati dal contesto generale”.
Così il processo di riorganizzazione dell’Istituto Sicurezza Sociale, “oggi alle prese con noti problemi di compatibilità economica”, deve comunque “riferirsi alla riforma complessiva della PA”. Da rivedere alcune leggi approvate nel settore scuola “senza il confronto con i lavoratori e le organizzazioni sindacali”. “L’ambito educativo – sostiene Tura – è un patrimonio di tutti e quindi appare indispensabile procedere con interventi organici, funzionali alla crescita dei nostri giovani”. Interventi capaci di “creare le condizioni affinché l’amministrazione pubblica possa attirare, alla fine del ciclo di studi, anche i talenti migliori”. Mentre sul fronte Aziende di Stato, l’invito è quello di una maggiore chiarezza: “Tra ipotetiche trasformazioni e privatizzazioni, ancora non è molto chiara la volontà politica e il reale progetto sul futuro delle aziende pubbliche”.

Il segretario Tura non nasconde preoccupazioni in chiave contrattuale. “Credo sia una esigenza di tutti quella di giungere nel più breve tempo possibile alla firma del contratto, per poi concentrare le nostre energie sul progetto di riforma. Ma gli effetti della crisi economico finanziaria di portata mondiale non si sono ancora manifestati nella loro interezza e l’andamento variabile dell’inflazione non permette previsioni significative per il futuro”. Un quadro “incerto e difficile”, complicato dal fatto che “nel settore privato sono a rischio i posti di lavoro”. E qui il segretario del pubblico impiego richiama il messaggio del Papa, che parlando di crisi economica ha auspicato “il sorgere di una nuova cultura della solidarietà”: “Se verranno presentati progetti che garantiscono equità normativa e fiscale e una strategia di politica industriale attenta nella distribuzione delle risorse, i pubblici dipendenti non avranno difficoltà a valutare e accettare piani concordati di sostengo ad un sistema economico in crisi”.

Riforma e contratto quindi, conclude Marco Tura, come occasioni di sviluppo, come nuove opportunità. “Ma per fare questo dobbiamo superare i limiti del dibattito sul lavoro pubblico legato alle sole logiche di carriera ed ai meccanismi di ricompensa, dobbiamo superare la miopia culturale e l’assenza di valori più impegnativi per migliorare la qualità del lavoro pubblico, fornire nuove opportunità professionali e raccogliere la sfida di una PA in grado di sviluppare senso di appartenenza e attirare i nostri giovani ”.

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