Relazione del Segretario Valentini al Consiglio Centrale della Dc

Relazione del Segretario Valentini al Consiglio Centrale della Dc

Una sintesi della relazione con cui il segretario Valentini ha aperto la riunione del Consiglio Centrale del PDCS che si è svolto ieri sera, 15 febbraio, per valutare la situazione politica attuale e lanciare la campagna di tesseramento 2008. La relazione, dopo numerosi interventi che hanno dato il senso della grande partecipazione con cui tutto il partito sta seguendo questo momento di crisi della vita politica e di difficoltà per il paese, è stata approvata all’unanimità.

Sintesi della relazione
1. Situazione politica e del paese.

1.1. Fine del progetto di questo governo: perché?
– perché soggetto al ricatto e alla litigiosità delle forze eterogenee che lo compongono (questo fattore però da solo non avrebbe portato alla gravità della crisi attuale);
– perché il PDCS non si è lasciato annientare e ha saputo reagire, ritornando ad essere punto di riferimento e di aggregazione;
– perché questo percorso di aggregazione ha coinvolto gradatamente tutti partiti di opposizione;
– perché questo percorso ha fatto emergere una critica all’interno della maggioranza portando in particolare alcuni esponenti del PSD ad uscire allo scoperto e a manifestare la loro contrarietà all’azione del governo attuale.

1.2. Oggi anche se nessuna forza di maggioranza vuole ammettere la realtà delle cose (si continua a voler parlare di crisi numerica, ma, nonostante l’allargamento, i numeri continuano a non esserci, quindi la crisi è politica), tutti sono ormai convinti della impossibilità a proseguire questa esperienza di governo, anche se, pur di non prenderne atto, cercheranno di trascinarla più avanti possibile.

1.3. Il paese è prostrato, senza certezze per quelle che possono essere le
prospettive future: il governo ha dimostrato un’assoluta incapacità a mettere
in atto provvedimenti che tengano conto del paese reale. fallimento della
politica di questo governo sia sul piano interno sia nel rapporto con l’Italia e
con l’estero (clamoroso l’esempio dell’Ufficio di Vigilanza sulle attività
economiche);

2. Cosa ha fatto e cosa fa il PDCS
2.1. Ha rimesso al centro della propria azione politica un rapporto più forte con le esigenze del paese a partire da alcune priorità:
– ripristinare un rapporto fiduciario e paritario con l’Italia;
– modernizzare il paese attraverso riforme che nascano da un ascolto del paese reale e valorizzino le risorse presenti.

2.2. Ha cercato di dar vita ad una riforma della politica nell’intento di far crescere una cultura politica basata su valori condivisi. La legge elettorale senza questo non può dare risultati per questo il PDCS si è fatto promotore di un percorso di aggregazione nella convinzione che solo da tale coesione possono venire le risposte di cui il Paese ha bisogno.
2.3. Oggi questa aggregazione è arrivata alla convergenza di tutte le forze di opposizione su alcuni punti fermi:
– sul fatto che nessuna forza di opposizione è disposta a fare da puntello
a questa maggioranza che non è più in grado di andare avanti;

– sulla decisione di alzare il tono del dibattito politico per stare più vicini
al paese reale e per accelerare la fine di questo governo;
– sulla necessità di individuare alcune priorità per dare concretezza ad
un’ipotesi di alternativa;
– la soluzione che potrà nascere da questo momento di crisi sarà ricercata
all’interno di questa unità fra le forze di opposizione.

2.4. Il PDCS dunque è stato ed è fattore importante di questo percorso di aggregazione e ritiene di dover continuare il questa strada chiedendo a se e agli altri un dialogo senza inganni e senza nessuna nostalgia di altre stagioni. Considera inoltre che questa ricerca di un’aggregazione coesa, capace di governare, sia oggi prioritaria rispetto al ricorso alle elezioni.

3. Referendum:

– Contrari al referendum in materia di lavoro;
– interlocutori sulla preferenza unica.

4. Tesseramento: coincide con il 60° di fondazione del partito e abbiamo voluto
sottolineare la circostanza con lo slogan “Sessant’anni più avanti”per significare
che:

– il paese è cresciuto;
– il paese deve crescere ancora;
– è importante la responsabilità di ciascuno;
– la storia costruita insieme è garanzia che questo è possibile.

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