Mentre il Cocoricò di Riccione rischia la chiusura per mano del questore, gli amici del giovane finito in coma per l’Mdma potrebbero essere denunciati per favoreggiamento perché non hanno nessuna intenzione di collaborare con i carabinieri nelle indagini per scovare lo spacciatore.
Marco Palazzi, gestore della discoteca romagnola, dichiara: “Capisco lo sfogo di una madre che ha il figlio in fin di vita ma non è giusto fare del locale il solito capro espiatorio, né farci passare per quelli che avvelenano la gente. Non può rimetterci sempre la struttura che dà anche lavoro a un sacco di persone. Dentro il Cocoricò ci sono 30 buttafuori e ogni sera collaboriamo con le forze dell’ordine, segnalando contatti sospetti, passaggio di roba e movimenti strani, oltre ad avere un’ambulanza fuori con il medico. Ma 2.000 persone sono tante da controllare e la maggior parte della droga entra da fuori. Mi hanno che ultimamente ce ne sono parecchi che arrivano con una bottiglia d’acqua in mano. Gli zaini li facciamo lasciare all’ingresso ma l’acqua non è vietata ed è probabilmente lì che i ragazzi sciolgono l’Mdma. Abbiamo deciso che da oggi in poi faremo entrare solo quelli con le bottiglie ancora sigillate e che quelle che troveremo già aperte, dovranno buttarle. Di più però non possiamo fare. Quel ragazzo in fondo l’abbiamo salvato noi. Quando si è sentito male, non voleva nemmeno salire in ambulanza, siamo stati costretti a chiamare i carabinieri per costringerlo ad andare in ospedale. Poi lì la situazione è precipitata. Mi dispiace molto per lui e per la sua famiglia, ma non siamo noi gli avvelenatori”.
Gli inquirenti potrebbero denunciarli tutti quanti con l’accusa di favoreggiamento.
Fonte: (corsivo) “Il Resto del Carlino”