Rimini. Biodigestore attivato: esplode la protesta dei cittadini. Corriere Romagna

Rimini. Biodigestore attivato: esplode la protesta dei cittadini. Corriere Romagna

Simone Mascia – Corriere Romagna: Dopo un anno di lavori l’impianto di Hera è partito. L’assessore Visintin: «Non ci sono pericoli». Lunedì incontro pubblico: “convocati” sindaco e tecnici comunali /
Acceso il biodigestore, esplode la protesta /
I residenti di Covignano e Santa Aquilina contro la produzione di energia dai rifiuti: «Impatto devastante»

RIMINI. Si accende il nuovo biodigestore: a Covignano, Santa Aquilina e zona Cà Baldacci esplode la protesta. Una rivolta che chiama in causa il nuovo impianto destinato a produrre energia elettrica dai rifiuti. Il neo comitato di residenti della vasta zona coinvolta tuona contro «la bomba chimica prodotta e l’impatto ambientale devastante legato all’aumento di polveri sottili, gas nocivi nell’aria e cattivi odori». A sostegno della loro posizione hanno già presentato due esposti in procura. Ma Herambiente e Comune respingono le accuse. Via all’apertura. Gli impianti sono stati accesi il 14 dicembre scorso: il biodigestore è partito ufficialmente, nonostante i lavori di costruzione non siano ancora terminati. Si tratta di un’imponente struttura che nasce dalla modifica del già esistente impianto di compostaggio, fatto sorgere nel 2004, in via San Martino in Venti e che non va in pensione. Gli interventi per questa variante sono partiti a inizio 2012 e sono costati quasi nove milioni di euro. Un fiume di denaro che ha portato, anche a Rimini, il processo che dall’immondizia porta alla produzione di energia.
Dai rifiuti all’energia. In sintesi: i rifiuti organici della raccolta differenziata sono triturati e stazionano in una serie di locali chiusi dove avviene un processo di fermentazione a secco; l’iter di digestione produce gas a base di metano, il quale alimenta i motori da cui viene generata l’energia elettrica, che viene venduta al Gestore servizi energetici. Il tutto muovendo una mole di 60mila tonnellate di rifiuti all’anno, una media di 164 al giorno.
Residenti in rivolta.
Contro questo nuovo e sofisticato dispositivo insorgono gli abitanti e i proprietari dei terreni e delle imprese della zona. Sono loro a scendere in trincea col piglio agguerrito. La paura che aleggia è infatti legata al potenziale inquinamento prodotto. «Saranno moltiplicate le spore di botulino», attacca Andrea Binotti, uno dei portavoce del comitato, «si tratta di un modello energetico presente da tanti in anni in Germania ma che ormai è stato messo in discussione per i suoi effetti nocivi: perché dobbiamo adottarlo?».
(…)

 

 

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