L’aeroporto Fellini di Rimini cade a picco in una profonda crisi che potrebbe compromettere non solo l’aeroporto stesso, a causa dei forti debiti, della fuga di Ryanair e del fallimento di Wind-Jet, ma mettere in in crisi anche il comparto turistico ed economico, legato soprattutto al giro turistico dei congressi.
Simone Mascia di Corriere Romagna: Saltano i congressi internazionali /
Convention Bureau: aeroporto non all’altezza, milioni di perdite
RIMINI. Congressi internazionali, un business milionario che Rimini si sta facendo sfuggire per colpa del Fellini. L’unico motivo che “brucia” la destinazione riminese lo scrivono, nero su bianco, le organizzazioni dei convegni di caratura europea che hanno bocciato la Riviera: «Difficoltà a essere raggiunta e mancanza di un aeroporto internazionale importante». Un colpo secco, come si legge ad esempio nell’ultimo “rifiuto” ricevuto dal Comitato organizzatore locale del sistema congressuale riguardo a Ertico, organismo della Commissione Europea costituito con l’obiettivo di rendere la mobilità più sostenibile. Un business mancato che avrebbe portato, nel 2013, 1.500 delegati per 3 giorni di lavori e per un indotto da distribuire sul territorio di circa due milioni e mezzo di euro. Tutto sfumato. (…)
Niente da fare: l’assenza di un aeroporto all’altezza e le difficoltà nella raggiungibilità sono state nuovamente la causa della bocciatura di Rimini, che però non ha mollato presa e ha presentato la candidatura per l’anno successivo, segnalando
«i collegamenti anche con gli scali di Bologna e di Roma». Sarà sufficiente? Probabilmente no. Davanti a un palacongressi di caratura internazionale, in- somma, i collegamenti non tengono il passo e il Fellini non è all’altezza.
La conferma arriva anche da Stefania Agostini – direttore Convention Bureau della Riviera di Rimini – che ammette: «Questa carenza ci penalizza, i collegamenti sono una lacuna, compresi quelli ferroviari». Un problema che lascia l’amaro in bocca, proprio perché «il nuovo Palacongressi è una struttura spettacolare, che ci permette di competere con le più importanti città europee e ci invidiano anche all’estero». (…)