Rimini. «Cave dismesse, nuovi bacini anti siccità»

Rimini. «Cave dismesse, nuovi bacini anti siccità»

«Cave dismesse, nuovi bacini anti siccità»

L’ex presidente del Cer, Enrico Santini: «Siamo in ritardo di 40 anni. Non è più il tempo di guerre di partito, il problema è di tutti»

«Siamo in ritardo di oltre 40 anni. Già nel 1980 si parlava di cave del Marecchia come bacini di stoccaggio dell’acqua». Enrico Santini, riminese, lo va dicendo da sempre. È un suo cavallo di battaglia e adesso che la crisi idrica si fa sentire, pare che finalmente si possa realizzare il suo sogno. Un’opera che mai come di questi tempi è fondamentale per il futuro di tutta la Riviera. Già presidente del Cer (Canale emiliano romagnolo) e attuale consigliere nazionale dell’Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni), Santini ritiene che si sia perso troppo tempo, forse anche per colpa di guerre di partito. «Negli anni ’80 quando già si parlava di utilizzare le cave come invasi, l’allora sindaca comunista di Santarcangelo, voleva chiuderle. Forse per non scontentare la diga di Ridracoli, in provincia di Forlì, che era il punto forte del Pci per quel che riguarda la risorsa idrica della Romagna». Adesso le cose stanno cambiando (…)

Articolo tratto da Resto del Carlino

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