(da “Il Corriere di Romagna”) Lunedì scorso la Guardia di Finanza hanno fatto un sopralluogo nella sede della Carim e sequestrato documenti e il software per la gestione dell’archivio.
Le Fiamme Gialle hanno notato il ritardo di ben 12mila operazioni effettuate da persone delegate e non adeguatamente qualificate.
Stiamo parlando di operazioni da 60 milioni di euro, ad un ritmo di 4-5 milioni di euro ogni 7 giorni.
Le operazioni le quali sono molto sospettate sono quelle che riguardano i vari movimenti di denaro fra Cis, Carim e la filiale di Forlì di Banca d’Italia, soprattutto quelle archiviate con codici diversi per sfuggire ai controlli.
Ma non è finita qui: nel software dell’archivio, sequestrato dagli ispettori di Bankitalia, mancherebbero le informazioni sul rimpatrio di capitali e sulla regolarizzazione dell’attività detenuta all’estero dai clienti e queste mancanze non solo rendono inesatte o incomplete l’operazione tra Carim e Credito Industriale Sammarinese ma ci fanno chiedere come mai non sono state riportate tali operazioni.
Inoltre è stato notato che nella concessione dei prestiti alcuni clienti non sarebbero stati informati del tasso effettivo e globale (Teg) che, di conseguenza, ha dato vita ad una lievitazione complessiva degli interessi da restituire mentre in altri casi sarebbero stati applicati tassi superiori rispetto a quello stabilito nei vari cotnratti.
La banca riminese scricchiola sempre di più…