Rimini. Il killer di Covignano, Marco Zinnanti: ‘il tassista non c’entrava nulla’. Corriere Romagna

Rimini. Il killer di Covignano, Marco Zinnanti: ‘il tassista non c’entrava nulla’. Corriere Romagna

Andrea Rossini – Corriere Romagna: «Il tassista? Non c’entrava nulla» /
Zinnanti: col fucile volevo tornare al Classic. «No a premeditazione»

RIMINI. Marco Zinnanti, seduto accanto agli avvocati, osserva il proprio riflesso sul vetro protettivo dell’area degli imputati: ha l’aria di uno che non si riconosce. Si osserva mentre si asciuga alternativamente le lacrime, passando la mano sugli occhi. Il giudice Sonia Pasini, poco prima, gli ha consentito di prendere la parola, proprio in apertura d’udienza. «Voglio dire la verità», ha esordito l’imputato. Quindi è partito con un racconto nel quale il fucile diventa finalmente suo (aveva sempre detto il contrario, ma ormai era stato “sbugiardato” da un testimone), l’obiettivo del rancore non è più la vittima ma i buttafuori che l’avevano messo alla porta e ogni tassello va coerentemente a posto, fino a
coincidere con l’interpretazione del delitto che gli investigatori della Squadra mobile avevano inizialmente dato all’ indomani del suo arresto, nel settembre 2012. Omicidio volontario sì, ma senza premeditazione. L’ultima “rata” di una confessione che, se ritenuta credibile, potrebbe evitargli l’ergastolo invocato dal pm Davide Ercolani e dall’avvocato di parte civile Vincenzo Gallo.
«Quel povero tassista- non c’entrava nulla – racconta l’omicida, che è difeso dall’avvocato Marco Ditroia -. Da lui mi sono soltanto fatto accompagnare a recuperare l’arma che, lo ammetto, era mia e nascondevo in un parcheggio nella zona di via Acquario. Con quella volevo tornare al Classic e vendicarmi dei buttafuori che mi avevano aggredito, e non era la prima volta». «Allora voleva fare una strage?» sobbalza il giudice. «No, mettere loro paura. Quando invece abbiamo preso la strada di Covignano e mi sono ritrovato, purtroppo, per le pressioni, le avance del tassista in un posto in aperta campagna, non c’ho capito più niente. Ho estratto l’arma nascosta sotto la maglietta e, confuso dall’alcol e dalla droga, non c’ho più visto.
(…)

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