Rimini. In un film la parabola di Giulio Lolli, «ma per ora niente visite in cella»

Rimini. In un film la parabola di Giulio Lolli, «ma per ora niente visite in cella»

In un film la parabola di Giulio Lolli, «ma per ora niente visite in cella»

Agli sceneggiatori Mario Olivieri e Andrea Cotti è stato impedito l’ingresso nel penitenziario di Modena

Un passato da imprenditore in Canada e a Bologna, poi l’accusa di aver messo in piedi un sistema di «finti leasing» con yacht e auto di lusso, una fuga rocambolesca via mare, l’arrivo a Tripoli, la detenzione nelle carceri libiche, la conversione all’Islam, infine la cattura, l’estradizione e i processi. Quella di Giulio Lolli, 57 anni, originario di Bertinoro (Forlì-Cesena), è una storia degna di un film. Pareva strano che nessuno avesse ancora pensato a trasformare l’epopea del Pirata in una pellicola. In effetti un progetto per portare le vicende di Lolli sugli schermi esiste, ed è a firma degli sceneggiatori Mario Olivieri e Andrea Cotti. Il primo, riminese, ha collaborato alla scrittura di spot, cortometraggi e fiction, mentre il secondo, di San Giovanni in Persiceto, è autore di romanzi pubblicati da Rizzoli e Mondadori e ha partecipato alla stesura di numerose sceneggiature, tra cui la serie Rai «L’ispettore Coliandro». Colpiti dalle peripezie e dalla storia processuale dell’ex imprenditore della nautica, i due sceneggiatori hanno presentato una formale richiesta per un colloquio al carcere di Modena, dove Lolli è attualmente detenuto e dove sta scontando una condanna (diventata definitiva dopo che a fine gennaio la Corte di Cassazione aveva respinto l’ultimo ricorso) a quattro anni e 6 mesi per associazione a delinquere, che si va ad aggiungere all’altra, anch’essa definitiva, per il fallimento della Rimini Yacht (…)

Articolo tratto da Resto del Carlino

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