Simone Mascia di Corriere Romagna: Hera, i mega stipendi spaccano la Romagna /
Ecco chi difende i compensi da quasi 500mila euro e chi invece vorrebbe tagliarli /
Gli amministratori di Forlì e Cesena si schierano con Vitali. A Ravenna e Imola sono contro
RIMINI. I maxi stipendi di Hera segnano una spaccatura. Di quelle nette che non ammettono scelte intermedie. Contro le retribuzioni a cinque zeri di presidente, amministratore delegato e dirigenti della multiutility a capitale pubblico e privato, si schierano gli amministratori Forlì, Cesena e Rimini.
Dall’altra parte, decisi a difendere le buste paga dei «manager di altissimo profilo», ci sono Ravenna e Imola. Una partita incandescente su base romagnola terminata 5 a 3 per chi “condanna” quelle cifre considerate «sproporzionate».
I
colpi secchi sono arrivati da parte di sindaci e presidenti di Provincia innescati, ma anche antecedenti, alla “crociata” lanciata su Facebook da Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini. E’ lui che mercoledì ha aperto una pagina web dal titolo “Devono guadagnare meno di Obama”. Nel mirino sono finiti il presidente Tomaso Tommasi di Vignano, che nel 2011 ha percepito 467mila euro (38.900 al mese); e l’amministratore delegato Maurizio Chiarini, che ne ha presi 469mila (39mila mensili). (…)
Il presidente della Provincia Claudio Casadio prima si limita ad abbozzare un «non voglio commentare», ma poi si lascia andare: «Hera non è una partecipata come Romagna acque, ma è quotata in borsa, produce utili e si basa su regole di mercato. Prendersela con i suoi stipendi e basta non ha senso».
Un pensiero, il suo, del tutto simile a quello del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci: «Stiamo parlando di manager ottimi già sottopagati che producono risultati eccellenti. Dico solo: occhio ad abbassare le loro buste paga, c’è il rischio che vadano via».