Nuovo Quotidiano di Rimini: Il procuratore capo Giovagnoli ha avocato a sé l’indagine contro ignoti dopo le astensioni dei colleghi Gengarelli e Milocco / Pantani, morte per omicidio? / Presto i primi interrogatori / Un consulente dovrà verificare se le ferite sul corpo del campione sono riconducibili a percosse
RIMINI – Non c’è pace per Marco Pantani. Nemmeno da morto. Dopo dieci anni e dopo un’inchiesta della magistratura di Rimini terminata con la motivazione del decesso del campionissimo “come conseguenza accidentale di overdose”, la Procura del capoluogo rivierasco ha aperto una nuova indagine, contro ignoti, sulla sua dipartita. Come atto dovuto, dopo la denuncia presentata dal legale della famiglia del “Pirata”. “Sulla morte di Marco Pantani c’è una nuova indagine a tutti gli effetti”. E a dare la conferma ufficiale è lo stesso procuratore capo della Repubblica di Rimini, Paolo Giovagnoli, che il 24 luglio ha ricevuto l’esposto dall’avvocato, Antonio De Rensis, che assiste i genitori del ciclista (quel giorno in Procura c’era anche la signora Tonina, madre del Pirata). L’indagine, coordinata direttamente da Giovagnoli (dopo le astensioni “per motivi di opportunità e per evitare eventuali inutili strumentalizzazioni da parte di terzi”, del pm Paolo Gengarelli, titolare della vecchia indagine, e della collega Elisa Milocco: “per una questione di rispetto delle regole interne all’ufficio”), ipotizza l’omicidio volontario ed è stata affidata alla sezione di polizia giudiziaria della polizia. Il primo passo sarà affidare una nuova consulenza medico legale. La Procura ha già individuato il perito, ma la nomina arriverà non prima di una decina di giorni. Saranno poi eseguiti nuovi interrogatori tra personaggi che all’epoca ruotavano attorno agli ambienti riminesi dello spaccio di cocaina. (…)
