Enrico Chiavegatti – Corriere Romagna: In due lunghi interrogatori col Pm Davide Ercolani mamma e papà hanno ricostruito tutte le fasi successive all’assassinio del taxista /
Droga, patteggiano i genitori del killer /
«Marco non ci ha mai detto perchè ha fatto fuoco». Il Gup decide sulla scarcerazione
RIMINI. Omicidio Bernabini. In vista le prime “condanne” legate indirettamente al caso. Papà e mamma di Marco Zinnanti, killer 22enne del taxista abusivo freddato all’alba del 5 settembre scorso, dopo due lunghissimi interrogatori, hanno chiesto di poter patteggiare la pena di 2 anni e 8 mesi, ciascuno, per trasporto di sostanze stupefacenti. Ora spetta al Gup Di Rienzo decidere se accogliere o meno “l’accordo” raggiunto tra il pm Davide Ercolani e l’avvocato Cesare Brancaleoni; l’ipotesi di patteggiamento è stata concordata dopo che Maria Baratta e Tommaso Zinnanti, arrestati lo scorso 20 novembre assieme alla figlia Giovanna, con le accuse di detenzione di droga e armi, hanno “vuotato il sacco”, raccontando all’unisono la loro entrata in scena in favore del figlio omicida. Un racconto iniziato dalla mamma (rinchiusa nel carcere di Forlì) che prima di rispondere alle domande del pubblico ministero ha voluto chiedere scusa agli investigatori della Mobile per il comportamento suo e del marito «ma si parla di nostro figlio». Marco, un ragazzo che permetteva al papà operaio e alla mamma lavoratrice saltuaria in nero, di viaggiare in Bmw, di avere un T- Max in garage e un appartamento in affitto in via Teodorico «che conoscevamo perchè mio marito c’ha fatto dei lavori». Un tenore di vita, hanno più volte ripetuto, «di cui non abbiamo mai chiesto conto a nostro figlio». Così come non «siamo riusciti a farci dire», hanno giurato e spergiurato, perché il figlio abbia freddato Leonardo Bernardini. (…)
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