Simone Mascia – Corriere Romagna: Nel mirino delle indagini due riminesi: a loro carico anche i reati di ricorso abusivo al credito e omissione di versamento di Iva per oltre 300mila euro /
Porsche ai trafficanti, imprenditori nei guai /
Accusati di riciclaggio: cedute auto per nascondere la provenienza di denaro dalla vendita di droga
RIMINI. Riciclaggio di denaro frutto di un traffico di droga e usato, attraverso San Marino, per vendere delle Porsche ai componenti di una banda criminale del milanese, con l’obiettivo di nascondere la reale provenienza dei soldi. Ma anche omesso pagamento dell’Iva e ricorso abusivo al credito con le banche. Sono queste le accuse mosse dal pm Luca Bertuzzi nei confronti di due riminesi, ex titolari di una nota concessionaria di auto ormai messa in liquidazione da alcuni anni, dopo avere accumulato un buco complessivo di circa 20 milioni di euro.
La coppia di imprenditori, difesa dagli avvocati Stefano Caroli e Luigi Patimo, è stata informata pochi giorni fa della fine delle indagini preliminari nei suoi confronti. Inchiesta in cui il pubblico ministero ha ricostruito a ritroso il presunto giro di affari illecito, in cui l’accusa più pesante è certamente quella di riciclaggio sull’asse Rimini-San Marino-Milano.
In pratica secondo quanto indicato nelle indagini, gli imprenditori riminesi, titolari anche di una società di autonoleggio sul Titano, avrebbero venduto tre Porsche Cayenne (Suv di lusso di grossa cilindrata) ai componenti di un sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti. I veicoli sarebbero stati però venduti con una cessione fittizia alla società sammarinese, per poi essere riconsegnati ai componenti della banda dietro la stipula di un contratto di autonoleggio con tanto della necessaria delega per condurre le autovetture in territorio italiano. (…)
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