Enrico Chiavegatti di Corriere Romagna: Il primario di Oncologia sta con Gnassi e Vitali quando minacciano di uscire dall’aggregazione romagnola se non vengono tutelate le eccellenze locali /
«Sanità, Rimini non sia seconda a nessuno» /
Ravaioli: «Noi non abbiamo debiti come gli altri»
RIMINI. Come i sassolini di Cossighiana memoria, l’ex sindaco Alberto Ravaioli aspetta l’occasione offerta da un incontro con la stampa e, precisando di parlare a «titolo personale», manda un messaggio molto chiaro a chi non vedrebbe Rimini di buon occhio nella stanza dei bottoni della costituenda Ausl unica. «Noi vogliamo entrare nel governo dell’Area Vasta, non essere governati». Destinataria del messaggio la Regione c h e s t a t ir a n d o l e somme della sperimentazione di alcuni servizi gestiti in comune: il 118 (con la centrale operativa unica a Ravenna), l’Irccs di Meldola (l’istituto di ricerca contro i tumori nel Forlivese), il laboratorio unico di analisi e il magazzino trasfusionale con sede a Pievesestina (Cesena). Non c’è Rimini, e questo nonostante la sua Ausl sia l’unica che ha chiuso in pari il bilancio del 2011 mentre le sorelle romagnole hanno totalizzato un buco di 136 milioni di euro.
Non è uno sfogo campanilistico quello del direttore dell’Unità operativa di Oncologia dell’Infermi, ma un monito a non pensare di tagliare fuori una realtà come la sua che in 20 anni è arrivata a livelli di eccellenza europea. «La qualità di strutture e uomini – sottolinea – non è in contrasto con lo sviluppo sanitario dell’Area vasta Romagna.