Nuovo Quotidiano di Rimini: I militari si sarebbero serviti dell’albanese per arrestare i trafficanti, violando però la legge. La Procura chiede il rinvio a giudizio / Guai grossi per tre carabinieri / Spaccio di droga e falso: capitano, maresciallo e appuntato rischiano il processo / Incastrati dalle dichiarazioni di un informatore. La difesa: “Ha detto solo bugie”
RIMINI – Guai grossi per tre carabinieri che hanno operato in Riviera fino a qualche anno fa. Con reati contestati da brivido per chi indossa una divisa e che vanno dallo spaccio di droga in concorso a falsi in verbali d’arresto. Accuse in base alle quali la Procura di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio per un capitano, un maresciallo e un appuntato, appartenenti fino a qualche tempo fa al nucleo operativo di Rimini e poi trasferiti in altre sedi.
E il 23 ottobre prossimo, intorno alle 12, si terrà l’udienza preliminare in cui il gup deciderà sul rinvio a giudizio o sul proscioglimento dei tre militari. Le indagini certosine, condotte dagli stessi colleghi del reparto operativo di Rimini e coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, si basano sulle dichiarazioni di un informatore albanese dei carabinieri e su alcuni falsi in verbali di arresto. Lo straniero, già condannato in via definitiva e ancora sotto indagine dalla Dda di Bologna, arrestato per spaccio di cocaina, avrebbe raccontato di come i tre carabinieri gli dicessero di comprare la droga, fino a due chili di cocaina, a volte anche pagandola 20-40 mila euro, dagli spacciatori da incastrare. Spacciatori che poi i militari arrestavano sul fatto. L’obiettivo dei carabinieri, insomma, secondo gli investigatori era quello di totalizzare un alto numero di arresti per spaccio e per farlo si sarebbero serviti dell’albanese, che acquistava la droga “su ordine” dei militari. (…)