Rimini. «Voglio sapere com’è morto mio figlio»

Rimini. «Voglio sapere com’è morto mio figlio»

«Voglio sapere com’è morto mio figlio»

L’appello del padre del 21enne Diongue Madiaye. Nuovo sopralluogo dei carabinieri alla piscina dell’albergo di Riccione

Il papà di Diongue Madiaye lo ha ripetuto tra le lacrime, prima ai carabinieri della compagnia di Riccione, poi al suo legale, l’avvocato Massimiliano Orrù: «Ditemi com’è morto mio figlio. Non avrò pace finché non saprò come sono andate le cose…». È un grido di dolore straziante quello che arriva dal padre del ragazzo, un operaio senegalese residente a Miramare e che vive da anni nel nostro Paese, a cui giovedì scorso hanno detto che il figlio di 21 anni era morto mentre si trovava nella piscina del Grand Hotel di Riccione. Una tragedia consumatasi attorno alle 14, orario in cui la piscina (frequentata dagli avventori del bar situato all’interno del complesso, dietro il pagamento di un biglietto di entrata) sarebbe dovuta, almeno teoricamente, essere chiusa. L’impianto, infatti, è aperto dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19, come chiarito esplicitamente dai cartelli che si trovano sul posto. Il tuffo costato la vita al 21enne senegalese sarebbe però avvenuto verso le 14, quando il servizio di salvataggio era in pausa pranzo. Perché Madiaye – che a quanto pare si trovava in piscina insieme alla cugina di 18 anni – ha potuto comunque tuffarsi? E chi avrebbe dovuto eventualmente impedire l’accesso alla piscina? (…)

Articolo tratto da Resto del Carlino

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