Rimini Yacht: Siamo solo all’inizio?

Rimini Yacht: Siamo solo all’inizio?

E’ arrivato quasi a 100 il numero delle denunce degli armatori “presi all’amo” dalla Rimini Yacht del bolognese Giulio Lolli (di cui non si hanno più notizie dalla metà di maggio).

Un’inchiesta che si espande a macchia d’olio: basti pensare che oltre alla serie di raggiri basati sul sistema di plurintestazione del bene, il fallimento della Rimini Yacht, decretato dal tribunale di Bologna, ha lasciato un “buco” stimato di 50.000.000 di euro, con un’ovvia ipotesi di reato per bancarotta fraudolenta.

Ma non solo. Gli inquirenti riminesi stanno ora lavorando su una nuova pista, da un’intercettazione telefonica, facente parte dell’inchiesta romana “P3”, emerge il nome del sardo Flavio Carboni che avrebbe fatto da intermediario fra Lolli e Giovanni Antonini, presidente della Banca di Spoleto dietro il compenso di uno yacht Bertram e di una Aston Martin.

La vicenda si fa particolarmente torbida quando si cerca di ricostruire l’invisibile rete di corruzione che ha potuto sostenere l’operato della Rimini Yacht e si tinge di nero con il suicidio di un ex generale della guardia di finanza.

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