Rinnovamento e Trasparenza ancora sulla Banca del Titano

Rinnovamento e Trasparenza ancora sulla Banca del Titano

Sempre Banca del Titano

Risposta al prof. Marino Cecchetti

Il recente botta e risposta sulla vicenda Banca del Titano, in cui anche noi ci siamo cimentati, dimostra che rappresenta una ferita difficilmente suturabile, soprattutto con un approccio superficiale e voglioso di stendere un pietoso velo.

Se c’è qualcosa di pietoso è il modo tutto sammarinese con il quale si è tentata la soluzione.

Al di là dei meri calcoli di quanto possa averci rimesso nell’operazione ogni cittadino sammarinese, ci teniamo a rilevare che non si può asserire che, siccome i sammarinesi pagano poche tasse, coprire il crack bancario della BdT, causato dai furbetti del quartiere, sia stato meno oneroso per la popolazione; come ribadisce spesso il prof. Marino Cecchetti, lo stato avrebbe potuto ristrutturare le scuole fatiscenti e costruire gli asili nido che mancano, anziché rifugiarsi in quelli privati.

Avrebbe anche potuto finanziare, altro esempio che ci piace fare, un progetto per rendere appetibile il “lavoro dignitoso”, attraverso le assunzioni a tempo indeterminato e determinato, non con le false consulenze rivolte a falsi esperti di provenienza fuori territorio, lasciando nelle liste di collocamento i nostri giovani laureati e diplomati.

Abbiamo presentato una Istanza d’Arengo il 7 ottobre 2007, in cui chiedevamo « … che se lo Stato interverrà economicamente a sostegno della banca in questione diventi socio anche della stessa al fine di recuperare quanto anticipato».

Il C.G.e G. respinse questa istanza quasi con sdegno; alcuni consiglieri portavano ad esempio il fallimento dell Northern Bank inglese, con il governo britannico pronto a far cassa in soccorso.
Peccato per questi poco lungimiranti consiglieri che qualche tempo dopo lo Stato britannico nazionalizzasse la suddetta banca, in attesa di riprendersi i soldi che aveva cacciato, non a fondo perduto come nella RSM. Lo stesso è avvenuto negli Stati Uniti in questi giorni e l’attuale gravissima situazione bancaria Islandese, in cui il governo ha appena salvato una banca stanziando 600 milioni di euro, ma acquisendone il 75%. Nessun stato regala soldi alle banche, tranne San Marino.

Del resto se un cittadino non paga le rate del mutuo, la banca la casa glie la confisca, mica gli fa un prestito a perdere perché lui se la possa comperare?

Avevamo sottoposto al C.G. e G. anche una istanza per fare piena luce e punire i responsabili di un atto così grave che recitava «che si avvii una indagine anche eventualmente amministrativa con gli strumenti che le Istituzioni riterranno opportune allo scopo di individuare eventuali responsabilità in questa vicenda e provvedere con una richiesta di risarcimento per i potenziali esborsi da parte dello Stato».

Pare che alla fine sia finita a tarallucci e vino.
Come darle torto, professore?

Rinnovamento & Trasparenza

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