Ripulire, ammodernare, rilanciare: un impegno che deve essere di tutti

Ripulire, ammodernare, rilanciare: un impegno che deve essere di tutti

Da qualche tempo non si vedono più le macchine delle Fiamme Gialle ai confini. Anche l’assedio mediatico su San Marino sembra avere allentato la morsa. Fatta eccezione per gli scandali che continuano ad affiorare. Scheletri che cadono da armadi troppo pieni e che oggi, con il percorso di trasparenza, non trovano più l’antico posto.
Il problema è: quanti ce ne sono ancora?

Anche il famoso decreto incentivi fa meno paura. Le aziende si sono già attrezzate verso procedure peraltro già praticate. E quelli che minacciano di scappare in Italia, sono sempre meno. Troppe tasse, troppi balzelli. I guadagni rischiano di sfumare…

La congiuntura internazionale fa ancora vittime, ma la ripresa, lenta, difficile, ancora abbastanza incerta, comunque è ricominciata.
Ma non si può abbassare la guardia. La virulenza delle conseguenze avrà strascichi ancora non quantificabili e l’incertezza di alcuni fattori molto variabili impedisce di tirare il classico sospiro di sollievo. A cominciare dal rapporto con l’Italia: se si risolve, è una cosa. Se non risolve, è un’altra. Meglio provvedere in tempo. E da soli.

Il momento è di quelli che chiedono decisioni e progetti. Una netta inversione di tendenza. Oggi, di pari passo alla trasformazione del sistema economico che non poggia più sugli antichi capisaldi ma sulla reale capacità di fare impresa, di produrre competitività, di tenere a freno abusi e distorsioni, non si può prescindere da una vasta operazione di moralizzazione: tagliando gli sprechi, facendo dimagrire la PA, responsabilizzando un po’ tutti verso uno Stato che non può più essere solo “mamma”. Tutto gratis a tutti. Privilegi elargiti a pioggia, a prescindere dal merito effettivo o dalla effettiva necessità. Clientelismi e regalie, megalomanie e concessioni, immunità e protezioni. Figli e figliastri. A seconda delle tessere. O della amicizie in alto loco. Basta!

Il Consiglio ha approvato a maggioranza un documento che segna una svolta rivoluzionaria, fatta di risparmi e di oculatezza, di riequilibrio tra lavoratori dipendenti e tra contribuenti un po’ troppo superficiali. Insomma, una nuova stagione di responsabilità per tutti. Chi ha di più deve pagare di più.

Il problema sono le tariffe? Facile regalare “prezzi politici” quando le casse erano piene. Adesso le casse sono vuote (ognuno faccia la sua analisi su chi le ha svuotate) e pagare un prezzo adeguato è anche questo segno di responsabilità civile.

L’occasione è unica: ripulire, ammodernare, rilanciare. Anche questo è un percorso cominciato e che proseguirà. A dispetto di chi è ancora ormeggiato alle vecchie logiche del passato.

C’è chi lamenta passi troppo piccoli. Altri invece vorrebbero che si cadesse dritti dritti nel burrone delle elezioni anticipate… Altri ancora minacciano e alimentano lo scontro sociale. Ma la gente ha più giudizio di tutti i maître à penser che incitano alla rivolta. C’era più gente domenica mattina al concerto dell’alba sul Pianello che alla manifestazione sindacale di un assolato pomeriggio di luglio.

Qualcosa vorrà dire… O no?

Angela Venturini

Coordinatore USDM

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