San Marino non è un Paese in prima linea nel rischio di essere infiltrato da Mafia, Ndrangheta e Camorra “ma l’errore più grande che potrebbe commettere è pensare di essere immune e credere che questo tipo di organizzazioni sia esclusivo appannaggio di certe regioni d’Italia”. Il monito arriva da Francesco Forgione, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia in Italia ed Angela Napoli, membro Pdl della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, che ieri sera hanno partecipato al convegno “Rischio mafie a San Marino?” tenutosi alla casa del Castello di Domagnano.
L’evento, organizzato dalla Segreteria di Stato per la Giustizia, in collaborazione con la Fondazione Antonino Caponnetto, era l’ultimo di un ciclo di incontri pubblici nati con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sammarinese sull’importanza per uno Stato di rafforzare i valori imprescindibili della giustizia e della legalità. Nell’ultimo anno e mezzo infatti, la Segreteria di Stato per la Giustizia ha promosso una serie di iniziative che hanno portato in Repubblica personalità come Pierluigi Vigna, già Procuratore nazionale antimafia, Rosario Crocetta, sindaco di Gela, Carlo Lucarelli, scrittore e autore televisivo tra i più impegnati su questi temi.
L’occasione per la conversazione di ieri, ha spiegato il Segretario di Stato per la Giustizia, Ivan Foschi, è venuta dalle notizie apparse di recente sulla stampa sammarinese circa il coinvolgimento di società locali in un’inchiesta su operazioni di riciclaggio di denaro ad opera della ‘Ndrangheta calabrese, notizie che a loro volta richiamano un passaggio della Relazione della Commissione parlamentare antimafia della 15a legislatura italiana, l’ultima nominata, in carica dal 2006 al 2008. E proprio Forgione e Napoli nei loro interventi hanno voluto ricordare che certe organizzazioni reinvestono la maggior parte dei loro proventi in operazioni legali, come il ciclo del cemento, il gioco, l’imprenditoria in generale e gli appalti pubblici. Ecco perché la collaborazione tra forze di polizia, tra Governi e tra istituti bancari “può aiutare a scoprire e debellare il fenomeno”.
Il presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, Salvatore Calleri, ospite alla serata di ieri ha peraltro lanciato una sua proposta al prossimo esecutivo sammarinese: creare anche sotto il Titano una commissione che si occupi di riciclaggio e di infiltrazioni mafiose, in modo da prevenire un fenomeno che ha raggiunto proporzioni mondiali.
San Marino, ha affermato il Segretario di Stato per la Giustizia, Ivan Foschi nel suo discorso introduttivo, “è un contesto che attrae le organizzazioni criminali per le stesse ragioni per le quali è attraente per chiunque: perché è un territorio prospero, pieno di potenzialità, ricco di scambi e di iniziative, crocevia di attività, in cui si muovono tantissime persone, in cerca di lavoro, di vacanza, di svago e di divertimento. Un territorio estremamente ricco e libero. Quella degli interessi malavitosi, perciò, è come l’ombra negativa di quello per cui andiamo giustamente orgogliosi – la nostra terra, le nostre città, i frutti della nostra operosità”. La prima difesa contro il pericolo di quest’ombra scura e minacciosa quindi “debbono essere proprio i valori etici e civili primi della democrazia e della responsabilità di ognuno: il senso della giustizia, di ciò che è giusto o ingiusto; e della legalità, di ciò che è lecito e illecito. Questi valori rafforzano, anziché limitare, la libertà di tutti e di ciascuno: quando si indeboliscono quelli, quando non sono più fortemente condivisi da tutti, si compromette anche questa”.
“Non vogliamo creare allarme, ma rafforzare la consapevolezza comune che comunque la Repubblica di San Marino è inserita in un contesto territoriale ed economico sul quale le mafie italiane e internazionali hanno da tempo posato gli occhi per le loro attività”, ha concluso il Segretario di Stato.