Risoluzione conclusiva Assemblea Congressuale 25 marzo

Risoluzione conclusiva Assemblea Congressuale 25 marzo

Il Paese si trova in una situazione di grande difficoltà economica e di prospettiva, causata dalla crisi internazionale e da un lungo periodo di politica debole e poco costruttiva oltre che dall’instabilità che per troppo tempo ha caratterizzato la politica sammarinese, segnatamente distinta da un periodo di immobilismo nell’attuazione di una mirata programmazione economica, di un’etica pubblica, della trasparenza e della legalità.
L’instabilità dei governi si è sovrapposta ad una politica che non ha avuto la capacità di adeguare i criteri di gestione del sistema Paese, basati su una moderna programmazione di bilancio e su progetti organici capaci di interpretare e governare il futuro e di eliminare il diffuso malcostume dell’intreccio fra affari e politica.
L’analisi del Partito dei Socialisti e dei Democratici ha messo in evidenza le carenze, le contraddizioni e le debolezze del vecchio modello di sviluppo ed ha indicato la necessità e le linee di intervento per correggere le numerose distorsioni, nell’ambito del sistema economico, promuovendo, nell’ambito del Governo, una serie di interventi legislativi considerati necessari per l’ammodernamento del sistema sammarinese, alcuni dei quali hanno trovato attuazione, come la legge antiriciclaggio, l’istituzione dall’Agenzia d’informazione finanziaria (Aif) e l’istituzione dell’Ufficio di controllo delle attività economiche (Clo) ed altri interventi rimasti irrealizzati, come l’accordo di cooperazione economica con l’Italia, a causa delle continue crisi politiche.
Purtroppo neppure la maggioranza di centrosinistra, a causa anche dei continui stop imposti da Alleanza Popolare, è stata in grado di affermare compiutamente un nuovo e moderno modello di sviluppo politico-economico-sociale.
Si è dimostra carente nella necessità e nella capacità di trasformare le idee e le volontà espresse in atti concreti ed il nostro Partito, quale partito più grande e responsabile, non ha avuto sufficiente determinazione e coraggio per imprimere la propria azione politica, indicata nel recente Congresso e più volte manifestata successivamente anche dagli organismi interni; questa debolezza ha frenato le potenzialità riformatrici presenti nella maggioranza e nel programma di governo.
Quindi è indispensabile, oggi, rilanciare su rinnovate basi la politica del partito, cominciando dalla revisione e dall’aggiornamento del Progetto per San Marino, sui quali contenuti deve essere avviato nel Paese un dibattito serrato e franco, del quale l’Assemblea Congressuale rappresenta solo l’inizio, per i lavori del prossimo Congresso Generale.
La base per una nuova politica è rappresentata in primis dalla valorizzazione della Sovranità della Repubblica, dalla difesa e dalla piena affermazione della sua indipendenza e della sua dignità internazionale. Tali valori vanno affermati all’interno della comunità internazionale, sviluppando con essa un rapporto incentrato sulla trasparenza e la reciprocità degli interessi e pari considerazione fra piccoli e grandi Stati.
Le priorità di intervento per fare sistema devono rappresentare una vera e propria svolta per l’economia di San Marino, affinché venga assicurato un futuro socio-economico di sviluppo, su basi etiche ed eco-compatibili, utilizzando tutte le risorse a disposizione, umane e materiali, dell’intera base produttiva del Paese e di tutte le comunità.
L’Assemblea Congressuale apprezza il lavoro svolto dai sei Gruppi di Progetto e ne condivide le proposte delineate, prende atto con soddisfazione dei positivi contributi emersi nel corso del dibattito odierno, manda ai Gruppi di Progetto di approfondire il lavoro avviato anche mediante specifiche iniziative di studio e di confronto e di perfezionare la proposta complessiva di aggiornamento del “Progetto per San Marino”, che dovrà essere approvata per la sua definitiva approvazione dall’Assemblea Congressuale medesima, da convocarsi entro il prossimo ottobre.
Per la medesima scadenza dovrà essere predisposta dalla Segreteria, in accordo con il Consiglio Direttivo e valendosi dei contributi più opportuni, una ipotesi complessiva di riassetto organizzativo del Partito, al fine di migliorare l’efficienza operativa, di velocizzare i processi decisionali e di aumentare i livelli di motivazione all’impegno. Tale ipotesi, corredata delle necessarie modifiche Statutarie unitamente ad una proposta di ridefinizione del gruppo dirigente alla luce delle modifiche introdotte e del necessario rinnovamento, dovrà essere sottoposta all’approvazione della prossima Assemblea Congressuale al fine di promuovere una rinnovata partecipazione alla vita del Partito.
Al fine di realizzare il cambiamento si ritengono altresì prioritari alcuni sotto elencati punti:

a) favorire il percorso di Associazione con l’Unione Europea, puntualmente negoziato e che salvaguardi le prerogative di Sovranità e di Autonomia della millenaria Repubblica di San Marino e che l’eventuale ingresso passi attraverso il consenso popolare;
b) la sottoscrizione di un accordo di cooperazione con l’Italia che preveda le modalità per lo scambio di informazioni, che riconosca le reciprocità nel trattamento dei lavoratori frontalieri; che preveda la piena operatività delle banche e delle imprese nei rispettivi territori; che individui campi comuni di sviluppo economico, culturale, scientifico e che garantisca ai contribuenti di essere tassati solo una volta nel Paese in cui producono il reddito;
c) la riconversione dell’apparato produttivo e dei servizi, con priorità alle fonti di energia rinnovabili ed al risparmio energetico, alla ricerca scientifica, al rinnovamento tecnologico, alla formazione di alte professionalità e specializzazioni, alla cooperazione economica internazionale, utilizzando e sostenendo al meglio, in tal senso, le grandi potenzialità della nostra università;
d) la modernizzazione dei servizi statali rivolti alle imprese ed ai cittadini con una radicale riforma della Pubblica Amministrazione che acquisisca i parametri di valutazione delle prestazioni propri del mondo aziendale;
e) un piano generale delle opere pubbliche ed infrastrutturali, che riguardi anche i vari tipi di collegamento con le regioni circostanti, capace di recuperare il controllo pubblico dell’urbanistica, avendo come vincoli insormontabili quello della tutela dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini;
f) l’utilizzo degli strumenti della finanza pubblica (spesa e fiscalità) nell’ottica dell’equilibrio del bilancio dello Stato, avviando incisive politiche degli investimenti, capaci di guidare le politiche di riconversione enunciate al punto c), quelle delle infrastrutture di cui al punto e), quelle della tutela sociale di cui al punto g) ed infine quelle della formazione di cui al punto h);
g) sostegno e modernizzazione del mondo del lavoro e dell’impresa ed adeguata tutela sociale del lavoro, anche attraverso il potenziamento e l’estensione degli ammortizzatori sociali a chi non gode di contratti tradizionali ed un potenziamento del welfare, in taluni ambiti occupazionali, nella prima casa, nei redditi minimi, nell’assistenza all’infanzia ed alla disabilità;
h) un adeguato investimento nella cultura, nella formazione e nella ricerca per assicurare i diritti-doveri di cittadinanza, con nuove opportunità, per costruire la società solidale della conoscenza, della creatività, del merito e della solidarietà;
i) un patto fiscale tra Stato, cittadini e imprese, che faccia emergere tutti i redditi con la contropartita di una fiscalità equa e congrua, che introduca il quoziente famigliare e che preveda l’eventualità di inserire il sistema IVA, senza incidere negativamente sui prezzi al consumo;
j) un’azione autorevole e programmata, graduale e prudente, per realizzare una economia finanziaria dotata di elevate professionalità che offra all’imprenditoria servizi e prodotti sofisticati, ampie risorse e che abbia accesso ai mercati internazionali.
Con un progetto complessivo di società, con nuovi metodi di governo ed una qualificata ed autorevole amministrazione politica, San Marino può evitare i rischi dell’emarginazione e del declino socio-economico e culturale. Il sistema San Marino può rappresentare una risorsa, così come è effettivamente, per l’Italia e per la Comunità Internazionale e può competere, a livello relazionale e negoziale, affermando nel mondo l’operosità e la qualità del lavoro e la creatività della propria gente.
Il Psd ha dato un contributo determinante al grande cambiamento nella vita politica del Paese. Il Psd, con il proprio Congresso generale del dicembre 2007, ha definito una linea politica chiara e coerente con i cambiamenti in atto nel rapporto di rappresentanza.
Si riconferma la validità della scelta, maturata nel Congresso Generale del Partito, di distinguere la politica dell’alleanza politica-programmatica e dell’alternanza democratica da quella “dell’alternativa”, ricercando affinità con quelle forze politiche, che intendono investire in un progetto comune e di coesione politica, per il bene comune e la modernizzazione del Paese.
Nella risoluzione finale il Psd, parte fondamentale ed attiva della coalizione di centro sinistra a cui continuano a collaborare Sinistra Unita, i Democratici di Centro ed alla quale si sono aggiunti i Sammarinesi per la Libertà, ha indicato come obiettivo quello di allargare i confini della coalizione anche a quelle forze politiche del centro, di matrice socialista, liberale e cattolica. Un’apertura chiara, tesa a rafforzare un percorso comune, condividendo che il nostro Paese ha bisogno di essere valorizzato, senza timore di affrontare i necessari percorsi di riforma.
Il PSD esprime un giudizio negativo sull’operato del Governo, contraddistinto dalla mancanza di un progetto complessivo, capace di dare risposte concrete al Paese e da una pericolosa deriva autoritaria.
Il Partito dei Socialisti e dei Democratici conferma le decisioni prese nel Congresso del 2007, proseguendo il percorso delle alleanze con maggiore determinazione, convinzione e vigore, affinché la nostra Repubblica possa avere a disposizione una coalizione politica capace di essere una maggioranza ampiamente rappresentativa e di conquistare il consenso dei cittadini.

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