Risposta di Venice E. Pizzulin a Francesco Gatti sul gioco d’azzardo a San Marino

Risposta di Venice E. Pizzulin  a Francesco Gatti sul gioco d’azzardo a San Marino

Ing. Gatti,

prendo atto

del suo disaccordo

su quanto da me sostenuto in merito alla

‘nobile’ iniziativa di ‘scrittura di un efficace codice etico .
Mi sento responsabile e convinta di quanto affermato e non ritengo di necessitare di una preparazione sull’argomento di maggior spessore. E’ chiaro che stiamo valutando i fatti da angolazioni diverse e lungi da me l’ironia. Solo amara constatazione!

La possibilità di intervenire a livello puntuale‘, per citarLa testualmente, ‘ è riservata solo ed esclusivamente agli imprenditori del gioco. … Affrontare il gioco patologico, con l’impegno degli stessi operatori, è la sfida che noi vogliamo non solo giocare, ma vincere.
Le potrei rispondere con don Ciotti. E’ più di 40 anni che don Ciotti si occupa di dipendenze, non studiandole a tavolino, ma sporcandosi le mani. Ci ha parlato di quello che vive, che sente, che studia, che condivide nelle famiglie. Mi pare superfluo continuare.

Le potrei parlare dei tre livelli individuati in relazione al problema gioco: quello patologico, quello culturale, quello criminale.

Continueremmo a non capirci.

Del resto in una intervista rilasciata a Ltm Channel nel marzo 2007 (a pochi giorni dalla sua nomina a membro del Cda ente giochi), riportata dal quotidiano L’informazione di san Marino il 23-3-2007, Lei ha affermato che ‘San Marino è pronto per un casinò’
e che ‘i sammarinesi, da quanto ho appreso stando lì per qualche tempo, assolutamente ritengono la casa da gioco positiva per il proprio stato.‘ (Per correttezza devo dire che sullo stesso giornale il 25 marzo, è seguita

smentita del dr. Stefano Venturini, allora presidente dell’Ente di Stato dei giochi).

No, ingegner Gatti, Lei non può permettersi di dire che cosa pensano i Sammarinesi. Non so se la Sua è stata un’affermazione in buona fede, ma è l’affermazione di chi nulla conosce di San Marino e dei sammarinesi.

Condivido quanto scritto da Loredana Mazza, una sammarinese, su ‘Il Montefeltro’: ‘quando in un Paese, come il mio, il gioco (siano le sale scommesse, il bingo, il casinò poco importa) viene proposto come soluzione per il rilancio dell’economia dai governanti del momento -aggiungo io- alcuni dei quali, sui giochi, hanno tradito i propri elettori e i propri principi, ogni cittadino si deve porre delle domande, perché il gioco d’azzardo non è un semplice discorso di natura economica: riveste un carattere sociale, con risvolti anche drammatici quando diventa patologica dipendenza: è una scelta culturale ed etica: porta con sé seri rischi criminali.
Cordialmente

Venice Enza Pizzulin

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